Una notizia assolutamente strepitosa. Alce Nero sarà santo: questo l’impegno dei vescovi americani che nella loro ultima conferenza a Baltimora hanno approvato l’avvio del processo che, in caso di conclusione favorevole, vedrà il leggendario capo Sioux innalzato agli onori degli altari: il primo “pellerossa” e uno dei pochi nord-americani. Alce Nero (Black Elk), che da bambino combattè a Little Big Horn contro il generale Custer, girò il mondo con Buffalo Bill e vide gli orrori del massacro dei Sioux a Wounded Knee, era cattolico. Dopo il battesimo nel 1904, il più influente leader indiano del ventesimo secolo battezzo’ centinaia di Sioux e altri indiani, insegnando la bibbia, celebrando messe, predicando sermoni e vivendo una vita umile e giusta fino alla morte nel 1950 in una riserva del South Dakota.
I missionari che lo battezzarono nel giorno di San Nicola gli diedero Nicholas come nome da cristiano. Ma anche prima della conversione, Nicholas Black Elk si era distinto per la sua spiritualità e da cattolico praticò una forma di sincretismo religioso che mescolava pratiche native popolarizzate nel celebre “Black Elk Speaks” del poeta e giornalista John Neihardt a quelle della religione occidentale.
Come ci suggerisce un lettore, che ringraziamo, non si tratta del primo santo pellerossa. Prima di Alce Nero c’è stata Kateri Caterina Takakwitha. La sua breve vita (1656-1680) fu segnata dalla diversità. Era, infatti, figlia di una coppia mista: padre irochese pagano e madre algonchina cristiana. Poi venne sfigurata dal vaiolo. Battezzata ad Albany da missionari francesi, scappò in Canada per sfuggire alle ire dei parenti pagani. Qui visse nella preghiera e morì all’età di soli 24 anni. Beatificata da Giovanni Paolo II il 22 giugno 1980 ed infine canonizzata da Benedetto XVI il 21 ottobre 2012.