Iran, Amnesty international accusa: morti in carcere cinque manifestanti
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Iran, Amnesty international accusa: morti in carcere cinque manifestanti

Le autorità ammettono solo due suicidi, entrambi per impiccagione. AI chiede al governo una azione decise e rapida per impedire violenze contro i detenuti

Manifestazioni di protesta in Iran
Manifestazioni di protesta in Iran
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11 Gennaio 2018 - 13.04


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Secondo Amnesty International, cinque delle oltre 3.700 persone arrestate durante le manifestazioini delle scorse settimane in Iran sono morte durante la detenzione. Le autorità, da parte loro, hanno riconosciuto soltanto che due dei fermati si sono tolti la vita in carcere.
Uno dei due casi riguarda Sina Ghanbari, 23 anni, “suicidatosi per impiccagione il 6 gennaio, nel bagno di una delle sezioni di Evin,” una prigione nel nord di Teheran, davanti alla quale stazionano le famiglie dei detenuti in attesa di notizie dei congiunti.
Amnesty International, denunciando i cinque decessi, ha chiesto al governo iraniano “un’indagine immediata” e lo ha esortato a prendere “tutte le misure necessarie per proteggere i detenuti contro la tortura”.
Il procuratore di Arak, città del centro del Paese, ha reso noto il 9 gennaio il suicidio in carcere di un secondo manifestante, senza specificare il suo nome. “C’è una registrazione video, che mostra il suo suicidio”, ha detto. L’uomo si chjiamerebbe Vahid Heydari, secondo l’avvocato iraniano e attivista per i diritti umani Nasrin Sotoudeh.
Un terzo giovane, Mohsen Adeli, è morto in carcere a Dezful, nel sud-ovest del paese. Con la sua famiglia, le autorità hanno fatto riferimento ad un suicidio, il giovane sarebbe rimasto ferito da un colpo di pistola alla testa forse durante le proteste.

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