L’entrata in vigore di una nuova legge sospenderà le condanne a morte inflitte a circa 5.000 trafficanti di droga in Iran. Il 9 gennaio, il capo della magistratura, Sadegh Amoli Larijani, ha trasmesso alla sua amministrazione il decreto di attuazione di questo testo, votato dal Parlamento nell’agosto 2017, con effetto retroattivo. In pratica, questo decreto impone ai giudici di esaminare diverse migliaia di casi e di commutare alcune condanne a morte in carcere e, talvolta, in multe semplici. L’attuazione di questa legge rappresenta un profondo cambiamento di strategia da parte di Teheran nella sua lotta contro il traffico di droga. È anche un tentativo delle autorità di rispondere alle critiche delle organizzazioni per i diritti umani, che denunciano il gran numero di esecuzioni nel paese. Nel 2016, con 567 esecuzioni denunciate, la Repubblica islamica iraniana è al secondo posto tra i paesi con la più alta pena di morte, dietro la Cina.
Secondo questa legge, solo gli iraniani arrestati per il traffico e la distribuzione di oltre 50 kg di oppio saranno condannati a morte, rispetto ai 5 kg finora. Questa soglia, precedentemente fissata a 30 grammi per eroina e anfetamine, aumenta rispettivamente a 2 kg e 3 kg. L’Iran confina con l’Afghanistan, il più grande produttore di oppio al mondo, e si trova su una delle principali rotte internazionali per il traffico di eroina ed eroina, da cui deriva. L’uso di droghe è elevato in Iran, dove il tasso di disoccupazione giovanile raggiunge il 28%, secondo dati ufficiali, sottovalutati da molti analisti.
Iran: la nuova legge sulle droghe salverà la vita a migliaia di condannati a morte
In cinquemila condannati in attesa della pena capitale, ma molti beneficeranno della nuova normativa che aumenta la quantità di droga punibile con la pena di morte
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globalist Modifica articolo
12 Gennaio 2018 - 10.38
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