Da paese neutrale non poteva che cogliere l’occasione: la Svizzera si è felicitata per l’annuncio di un possibile incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e nordcoreano Kim Jong-un e ha ribadito la propria disponibilità a partecipare agli sforzi di pace e a ospitare il colloquio. La Confederazione è “in contatto con tutte le parti”, ha indicato all’Ats il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae). Sta a loro decidere se, quando e dove intendono tenere le discussioni.
La disponibilità svizzera è nota, ha aggiunto, facendo riferimento ad un possibile incontro su suolo elvetico.
In settembre il Dfae aveva sottolineato che la Confederazione è pronta a rispondere a qualsiasi sollecitazione che possa contribuire agli sforzi di promozione della stabilità e della pace nella penisola coreana. La Svizzera è convinta che una soluzione alla crisi possa essere trovata “solo attraverso il dialogo nel quadro di un processo diplomatico”, era stato indicato.
Due mesi dopo il Consiglio federale aveva però ritenuto che le condizioni per una mediazione elvetica fra Corea del Nord e Usa non fossero adempiute.
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