I sussurri che circondano la copia reale in Marocco, che sarebbe addirittura sul punto di divorziare, rischiano di incidere anche sulla vita del Regno, alla cui modernizzazione la principessa Lalla Salma ha inciso profondamento sin a quando, nel 2002, sposando re Mohamed VI, è diventata la regina. La maggioranza dei marocchini su quella bella ragazza, di solida preparazione accademica (è laureata in insegneria informatica) e fortemente proiettata verso il futuro, poggiarono molte delle loro speranze di portare il Paese fuori da una cultura dominante troppo condizionata da tradizioni ed interpretazioni religiose in senso fortemente restrittivo.
Anche se in Marocco non se ne parla – se non a livello di blog e pagine Facebook che rimbalzano sui media stranieri – la crisi apparrebbe evidente, se si guarda alla inattesa assenza della regina accanto a Mohamed VI in occasione di un intervento chirurgico al cuore, cui il monarca è stato sottoposto a Parigi, nelle scorse settimane. Attorno al letto, come certificato da una fotografia di per sè è indicativa della situazione (in altri tempi, non sarebbe mai stata pubblicizzata), c’erano tutti, figli, fratelli e congiunti più stretti, meno la moglie, segnalata in vacanza a Marrakesh.
Ma, pur se la considerazione può apparire forzata, in questo momento, più che al futuro della coppia reale, si dovrebbe pensare a quello del Marocco, che nella principessa Lalla aveva trovato un sicuro punto di riferimento, nell’avvio di un processo di modernizzazione, tante volte auspicato, ma che era rimasto sempre incompiuto.
Il cambio di rotta – rispetto alle abitudini della famiglia reale – fu quasi immediato perché la principessa cominciò ad apparire in pubblico accanto al marito, cosa mai accaduta ai tempi in cui a regnare era il padre dell’attuale sovrano, Hassan II.
Uno strappo non al prococollo, ma allo stesso pensare alla regina, non più defilato personaggio destinato a dare un erede al re ed a crescere i figli, ma una colonna dell’immagine pubblica del Marocco, dentro e fuori i confini del Regno, dove Lalla Salma ha messo in mostra tutto il suo fascino, che è cosa diversa dalla bellezza.
Forse, verrebbe da dire a distanza di 16 anni dal matrimonio, la presenza della principessa è stata sempre percepita in termini di sopraesposizione, qualcosa che per l’ala tradizionalista del Regno, suona ora come una fastidiosa presenza, come qualcuno che non sa stare al suo posto e che anzi tende a ”rubare la scena” al re.
Per dirla come il proverbio di cui Ingmar Bergman fece uso in uno dei suoi film, Lalla Salma, rispetto alla liturgia della casa reale, può essere paragonato alla verginità di una ragazza che è ”un orzaiolo nell’occhio del diavolo”.
Per essere sintetici, a Lalla Salma madre (del principe ereditario Mulay Hasan, quindici anni, che sin da bambino studia da re, e della principessa Khadija, che ha appena compiuto unidici anni) nessun può eccepire nulla. Alla principessa Salma no, perché le si rimproverà di essere prima donna, giovane, eblla, intraprendente e legata alla sua gente, che non regina. E questo, nel Marocco che non riesce a scrollarsi le scorie del passato, potrebbe essere un peccato impossibile da mondare.