La strage continua: è salito ad almeno 76, tra cui 13 bambini, il numero dei civili rimasti uccisi nei raid aerei messi a segno oggi sull’enclave ribelle Ghouta orientale, alle porte di Damasco, secondo l’ultimo bilancio delle vittime diffuso dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong che conta su una estesa rete di attivisti in tutto il Paese.
L’ong con un comunicato pubblicato sul proprio sito web ha spiegato che il numero delle vittime “continua a salire a causa del decesso di feriti nella strage a Kafr Batna e anche per il recupero di ulteriori cadaveri da sotto la macerie a causa della distruzione nei raid sulla località di Zamalka” a sud dell’enclave.
I ministri degli Esteri di Russia, Iran e Turchia riuniti oggi ad Astana, in Kazakistan, per discutere della situazione in Siria.
“Sarà valutata la situazione sul terreno” così come saranno discussi “i progressi e le difficoltà del processo di de-escalation” avviato in quattro zone del Paese, ha fatto sapere il ministero degli Esteri russo in in comunicato.
Al centro dei colloqui anche la crisi umanitaria nella Ghouta orientale, l’enclave dei ribelli alle porte di Damasco da metà febbraio nel mirino dell’offensiva del governo di Bashar al Assad.
L’incontro ministeriale odierno avviene senza la presenza di osservatori o partiti siriane e serve anche a preparare il summit dei rispettivi capi di Stato in programma il 4 aprile a Istanbul. L’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, che era stato invitato a partecipare al vertice di oggi, non ha potuto partecipare a causa di un malanno, stando a quanto riferito dal suo ufficio, secondo cui sarà sostituito dal suo vice Ramzi Ezzedine Ramzi.