Orrore in Siria, 37 civili bruciati vivi a Ghouta est
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Orrore in Siria, 37 civili bruciati vivi a Ghouta est

Denunciati attacchi sulla città di Arbin con l'uso di bombe al napalm: tra le vittime "numerosi bambini e donne"

Orrore in Siria, 37 civili bruciati vivi a Ghouta est
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23 Marzo 2018 - 11.05


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E’ un orrore senza fine quello a cui si assiste nella Ghouta orientale, zona alle porte di Damasco ormai quasi completamente riconquistata dal regime dove, tuttavia, resistono alcune sacche ribelli. Secondo i Caschi Bianchi, i volontari della Syria Civil Defence, 37 persone – in gran parte “donne e bambini” – sono morte “bruciate” dalle bombe al napalm sganciate dai jet “del regime e degli alleati” su Arbin, località della Ghouta.
I volontari, si legge sul loro account Twitter, denunciano un “massacro orribile” sostenendo che gli aerei abbiano colpito con bombe infiammabili un rifugio occupato dai civili per sfuggire ai bombardamenti.
Arbin è controllata da ‘Faylaq al-Rahman’, gruppo ribelle legato all’Esercito siriano libero (Esl) che ieri sera ha annunciato un cessate il fuoco. La tregua è stata raggiunta con la mediazione delle Nazioni Unite ed è stata concordata per “negoziare con la parte russa una soluzione che garantisca la sicurezza dei civili” ancora intrappolati nella zona, ha affermato il portavoce di ‘Faylaq al-Rahman’, Wael Alwan.

Continua l’evacuazione.  Sono arrivati nella provincia di Idlib, roccaforte dei jihadisti nel nordovest della Siria, centinaia di ribelli di Ahrar al-Sham e i loro familiari evacuati ieri da Harasta, località nella Ghouta orientale, alle porte di Damasco, in seguito a un accordo con il regime di Bashar al-Assad. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all’opposizione con sede nel Regno Unito.
Secondo gli attivisti, oltre 400 combattenti e centinaia di civili hanno lasciato ieri Harasta, una delle tre sacche ribelli nella Ghouta orientale, teatro dal 18 febbraio di un’offensiva del regime. Il loro convoglio ha raggiunto stamane la provincia di Idlib.

 

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