La notizia è arrivata come una bomba negli ambienti intellettuali francesi ed a lanciarla è stato il settimanale Le Nouvel Observateur: Julia Kristeva, psicoanalista, scrittrice, linguista, era un membro del servizio segreto bulgaro, all’epoca del comunismo.
L’Obs (come in Francia chiamano il Nouvel Observateur) ha reso noto di avere trovato dei documenti che inchioderebbero Julia Kristeva, che, da parte sua, nega tutto e dice “Qualcuno vuole farmi del male”.
Per Julia Kristeva, questa accusa è “non solo grottesca e falsa”, ma “diffamatoria”. Ma il settimanale insiste e punta il dito contro l’intellettuale, oggi 76/enne, di origini bulgare e che si è spesa personalmente per promuovere la causa della libertà delle donne in tutto il mondo.
L’ Obs spiega che il documento che inchioderebbe Julia Kristeva – e che dice d’avere trovato in un archivio – è saltato fuori ora, quando la scrittrice ha cercato di lavorare per una rivista letteraria bulgara, Vestnik Literaturen, e per questo è stata oggetto di controlli obbligatori per “un giornalista nato prima del 1976” .
La rivista pubblica sul suo sito web questo documento del Djarna Sigournost, la Sicurezza di Stato bulgara , secondo il quale Julia Kristeva è stata reclutata nel giugno 1971 sotto lo pseudonimo di “Sabina”, dopo che era emigrata in Francia nel 1966 per i suoi studi.
Il documento del Dajarna Sigournost, ottenuto da “Le Nouvel Observateur” dalla Commissione ufficiale degli archivi Ds a Sofia, fornisce un particolareggiato resoconto del (presunto) reclutamento nel 1971 da parte dei servizi di spionaggio bulgaro. Secondo il fascicolo, Julia Kristeva, che arrivò in Francia nel 1965, non fu mai rimossa dal servizio attivo del Ds.
“Non sappiamo cosa c’è nel file”, ha detto Julia Kristeva.
