Accusato di antisemitismo: il Labour britannico espelle un militante

L'attivista Marc Wadsworth era accusato di aver usato il linguaggio delle più vili teorie della cospirazione contro la deputata ebrea Ruth Smeeth

Marc Wadsworth, l'esponente del Labour espulso
Marc Wadsworth, l'esponente del Labour espulso
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27 Aprile 2018 - 15.16


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Nelle settimane precedenti Corbyn era stato pesantemente criticato dalla comunità ebraica britannica e dai laburisti israeliani (che avevano interrotto i contatti) con l’accusa di fare poco o nulla contro l’antisemitismo che attraversava settori del Labour: ora però il Labour Party britannico ha formalizzato l’espulsione di un militante, attivista del movimento della sinistra interna Momentum, che quasi due anni fa aveva accusato in pubblico la deputata laburista ebrea Ruth Smeeth di “reggere il gioco” della stampa britannica filo-Tory sul tema delle denunce dei casi di antisemitismo nel partito di Jeremy Corbyn.
L’attivista, Marc Wadsworth, esponente della comunità nera di Londra e impegnato in varie campagne antirazziste, aveva negato che le sue parole fossero di tenore antisemita. Mentre la Smeeth gli aveva imputato d’aver evocato contro di lei il linguaggio “delle più vili teorie della cospirazione”. Alla fine il National Constitutional Committee laburista – sullo sfondo delle recenti promesse di ‘tolleranza zero’ contro ogni forma di antisemitismo fatte da Corbyn in risposta alle polemiche di organizzazioni della comunità ebraica nei confronti della sua leadership – ha deciso che Wadsworth ha violato gravemente le regole interne.
Il Jewish Labour Movement si è detto sollevato, ma ha anche sottolineato i due anni trascorsi come “un sintomo dei ritardi” nell’affrontare la questione. “Spero che questa decisione, dopo due anni di odissea, rappresenti un primo passo verso il ritorno ai valori della decenza e del rispetto dentro il partito”, ha fatto eco Ruth Smeeth.

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