Deputati iraniani bruciano la bandiere Usa: 'morte all'America'

L'episodio al parlamento di Teheran dopo la decisione di Trump

I deputati iraniani bruciano la bandiera Usa
I deputati iraniani bruciano la bandiera Usa
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9 Maggio 2018 - 09.28


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Parlamentari iraniani hanno dato fuoco in aula a bandiere americane di carta, urlando ‘morte all’America’. L’episodio dopo la decisione annunciata dal presidente Usa Donald Trump di uscire dall’accordo sul nucleare con Teheran.

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Oltre a una bandiera americana, i parlamentari iraniani hanno anche bruciato un pezzo di carta che rappresenta l’accordo nucleare. Il canto ‘morte all’America’ ​​è stato usato a lungo in Iran dalla sua rivoluzione islamica del 1979. È stato anche comune sentirlo in parlamento. La dimostrazione di oggi mostra la rabbia pubblica che attraversa l’Iran dopo la decisione di Trump.

Il presidente del parlamento iraniano Ali Larijani ha definito “bullismo” il ritiro degli Usa dall’accordo sul nucleare, e sottolineato che il Paese riceverà dall’Iran una risposta che rimpiangeranno. “L’Ue e altri partner dell’accordo nucleare sono ora responsabili di salvare l’accordo”, ha sottolineato. “Questa è una finestra attraverso la quale l’Ue può dimostrare se ha abbastanza peso per risolvere problemi internazionali o no”, ha aggiunto Larijani.

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Ieri il presidente americano Donald Trump aveva annunciato che gli Stati Uniti usciranno dall’accordo sul programma nucleare dell’Iran. In una conferenza stampa, Trump ha sottolineato che “il regime in Iran finanzia il terrore”. Gli Usa – ha aggiunto – sono pronti a reintrodurre le sanzioni contro l’Iran. “L’accordo – ha spiegato – serve solo alla sopravvivenza del regime a cui permette ancora di arricchire uranio”. Tutti i Paesi che aiuteranno l’Iran sul nucleare – ha spiegato il numero uno della Casa Bianca – saranno colpiti dalle sanzioni.

Le sanzioni Usa all’Iran rientreranno in vigore fra 90 giorni, a partire da ieri, affermano fonti dell’amministrazione Trump a Fox News. Le stesse fonti spiegano come gli Stati Uniti saranno ufficialmente fuori dall’accordo sul programma nucleare di Teheran solo quando le sanzioni verranno reintrodotte.

“Abbiamo le prove che Teheran ha mentito sul programma nucleare”, ha detto il presidente americano Donald Trump. Gli Stati Uniti “non saranno ostaggio del ricatto nucleare dell’Iran”, ha ancora detto il presidente americano, definendo l’accordo del 2015 “disastroso, imbarazzante e che non avrebbe mai dovuto essere firmato”.

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Teheran “non abbandonerà l’accordo sul nucleare”, un’intesa che gli Usa “non hanno mai rispettato”, ha affermato il presidente iraniano Hassan Rohani in diretta tv dopo l’annuncio. Rohani ha aggiunto che Teheran continuerà ad andare avanti sull’intesa con gli altri firmatari. “C’è poco tempo per iniziare i negoziati per mantenere in piedi l’accordo sul nucleare” con gli altri partner senza gli Usa, ha detto Rohani in diretta tv. Se i negoziati fallissero, “ho dato disposizione all’Agenzia per l’energia atomica iraniana di essere pronta a riprendere l’arricchimento dell’uranio come mai prima, già nelle prossime settimane”. 

Israele ha iniziato il richiamo di riservisti, in un numero finora limitato, mentre sulle alture del Golan è stato proclamato lo stato di massima allerta. Lo riferiscono i media israeliani secondo cui si teme in particolare che forze legate all’Iran lancino un attacco missilistico contro obiettivi all’interno del Golan. Nelle località ebraiche delle alture i rifugi sono stati aperti ma, secondo fonti locali, finora regna la calma.

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