Anche Vladimir Putin ha bocciato le parole di Tamara Pletnyova, deputata del parlamento russo e capo della Commissione famiglie, donne e bambini russi: pochi giorni fa, in occasione dell’apertura dei Mondiali di calcio, Pletnyova aveva invitato le donne del Paese a non far sesso con gli stranieri durante la Coppa del Mondo.
Il riferimento fatto dalla parlamentare era a quanto accaduto dopo le Olimpiadi ospitate in Russia nel 1980 quando la Russia, così ha affermato, registrò un picco nelle nascite di bambini costretti a crescere senza padre, perché figli di tifosi o atleti che dopo i Giochi Olimpici erano tornati nel loro Paese.
“Quei bambini – ha affermato la Pletnyova – trascorsero l’infanzia sotto l’Urss e soffrirono parecchio”. “Quelli che hanno sofferto di più – ha specificato attirando su di sé molte accuse di razzismo – furono i bimbi di razza diversa. Dobbiamo evitarlo, noi donne russe dobbiamo partorire i nostri figli con i nostri uomini. Io non sono nazionalista, ma so quanto patiranno i bambini che verranno abbandonati qui, soli con le loro mamme”.
Il fenomeno durante l’era sovietica assunse una tale portata che in quegli anni venne addirittura coniata un’espressione, “Bambini delle Olimpiadi”, per indicare quei piccoli, spesso discriminati, di pelle non bianca, perché nati da relazioni con uomini provenienti dall’Africa, dall’America Latina o dall’Asia.
“Le donne russe sono le migliori del mondo, possono decidere da sole cosa fare”, ha commentato il portavoce di Vladimir Putin, Dimitry Peskov.
Le dichiarazioni rilasciate dalla Pletnyova, esponente del Partito Comunista, in un’intervista a una radio di Mosca, hanno creato molto imbarazzo non solo nella Duma, parlamento russo. “Più storie d’amore nascono durante i Mondiali, più persone di diversi Paesi si innamorano, più bambini nascono, meglio è”, ha commentato Mikhail Degtyaryov, capo della Commissone parlamentare per lo sport.