Le guardie vaticane avranno a breve una nuova arma a disposizione: saranno infatti munite di taser, pistole in grado di scaricare scosse elettriche ad alto voltaggio per neutralizzare eventuali aggressori.
Quella del taser è un’idea di cui si parla da tempo in Italia e in sei città italiane (Brindisi, Caserta, Catania, Milano, Padova e Reggio Emilia) viene già usata come esperimento da polizia e carabinieri.
Il Vaticano ha annunciato di aver già previsto di dotare un certo numero di agenti del taser, un’arma in più rispetto alla pistola d’ordinanza. Una decisione che farà discutere: la pistola è classificata come arma “meno che letale”, tuttavia è classificata dall’Onu come uno strumento di tortura. Amnesty International, inoltre, ha denunciato centinaia di morti ogni anno negli Usa uccisi dalle scariche elettriche. La ditta che le produce si è difesa sostenendo che non hanno mai causato decessi.
La dotazione di taser è stata giustificata come misura straordinaria vista l’allerta antiterrorismo attorno al Papa, figura particolarmente esposta ai rischi anche per via delle udienze pubbliche del mercoledì e le grandi folle di fedeli che si radunano la domenica in piazza San Pietro. Di recente i controlli sono divenuti più rigidi e i pellegrini possono raggiungere il Vaticano solo dopo le verifiche con il metal detector e la perquisizione di borse e zaini.
Dopo gli attacchi terroristici a Nizza e Londra, dove camion e auto sono stati lanciati tra la folla causando decine di morti, le autorità hanno anche deciso di chiudere le vie di accesso a San Pietro con i mezzi dell’esercito. Pochi mesi fa, inoltre, l’allerta è salita ancora dopo che un uomo aveva imboccato contromano a folle velocità la strada verso san Pietro: in quell’occasione l’auto finì contro le transenne senza alcuna conseguenza ma da quel momento un accordo tra Italia e Vaticano ha stabilito misure di accesso più rigide.