Trump is not welcome: Londra in piazza contro il miliardario xenofobo
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Trump is not welcome: Londra in piazza contro il miliardario xenofobo

Il Labour si prepara a portare in piazza 100 mila persone contro il reazionario della Casa Bianca

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12 Luglio 2018 - 12.53


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 Un arrogante che più volte ha insultato i britannici, ironizzato sulle stragi dell’Isis e polemizzato con il sindaco di Londra Sadiq Khan che ha la colpa di essere laburista, musulmano e di origine musulmana, ma soprattutto di non essere un fascista xenofobo.
Adesso nel Regno Unito molti si preparano a protestare contro Donald Trump, alimentata in particolare da gruppi di sinistra britannici e militanti del Labour che sperano di riuscire a portare in strada a Londra domani circa 100.000 persone.
La visita sarà blindatissima per motivi di sicurezza.
I primi picchetti sono previsti comunque nelle vicinanze della residenza dell’ambasciatore americano a Londra, a Regent Park, dove Trump si limiterà a pernottare; e nei dintorni della storica dimora della famiglia Churchill in Oxfordshire dove la premier Theresa May offre stasera una cena in onore dell’ospite alla presenza di politici e uomini d’affari.
Il clou delle contestazioni è tuttavia atteso per domani, ma si svolgerà a distanza. Con un grande raduno nel centro di Londra – all’insegna degli slogan ‘Together against Trump’ e ‘Trump is not welcome’ – nelle ore in cui il leader della Casa Bianca e May si vedranno qualche decina di chilometri lontano per il vertice ufficiale, nell’isolata ‘Downing Street di campagna’ dei Chequers (Buckinghamshire); e a seguire Trump sarà ricevuto con Melania dalla regina al Castello di Windsor. Programmato pure il lancio nei cieli della capitale di un grande pupazzo gonfiabile che irride Trump nei panni di un bebè capriccioso: lancio autorizzato non senza polemiche dal sindaco laburista Sadiq Khan (musulmano e figlio di immigrati) già bersaglio in passato delle critiche di ‘The Donald’.
Le autorità britanniche, malgrado il carattere di visita di lavoro e non di Stato dell’appuntamento, hanno preparato un’accoglienza in pompa magna (e per quanto possibile al riparo delle proteste), scrivono i giornali, che citano però anche i timori della premier May e del neoministro degli Esteri, Jeremy Hunt, per le possibili gaffe o uscite urticanti del presidente.
Mentre i manifestanti sono pronti a riservare al leader del Paese alleato, in barba alla ‘special relationship’ ogni sorta di epiteto: «Razzista, sessista islamofobo e guerrafondaio», come già si legge su cartelli e piattaforme online.

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