Salvini vuole violare il diritto internazionale: pronti a riportare i migranti in Libia

Il leghista interviene sul caso della nave Diciotti. L'opposizione accusa: è un ricatto criminale

Salvini in Libia
Salvini in Libia
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19 Agosto 2018 - 16.11


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Cosa dire? Per qualcuno rispettare le leggi è un dovere, per qualcuno calpestare il diritto internazionale e l’umanità è marketing elettorale.
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osì siamo arrivati ai ricatti:  “O l’Europa decide seriamente di aiutare l’Italia in concreto, a partire ad esempio dai 180 immigrati a bordo della nave Diciotti, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare”: è la minaccia lanciata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il vicepremier ha sottolineato che ci sono stati “80mila sbarchi in meno dall’inizio dell’anno e 32mila in meno in quasi due mesi e mezzo da ministro”. “Sono risultati ottimi ma non mi accontento”, ha aggiunto. 
L’accusa di Civati: quello di Salvini è un ricatto criminale
“La minaccia di Salvini è un ricatto criminale. Rispedire in Libia i migranti, ora a bordo della Diciotti, sarebbe l’atto peggiore di un governo che ha già calpestato i diritti umani. Il ministro dell’Inferno dovrebbe essere a conoscenza di cosa accade in Libia, Paese che ha anche visitato”.
Lo ha detto Giuseppe Civati, fondatore di Possibile e autore di ‘Voi Sapete’, libro-denuncia sulle violazioni dei diritti umani in Libia. “Il principio di non respingimento – aggiunge Civati – è sancito dalla Convenzione di Ginevra e garantisce che nessuno possa essere trasferito in Paesi dove la sua vita è a rischio. Questo è un punto ineludibile di qualsiasi politica sull’accoglienza dei migranti ed è, lo sappia Salvini e il suo governo, inviolabile. Senza dimenticare che è contro la Costituzione italiana su cui ha giurato”.

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