Scimitarre contro la libertà di stampa: così Khashoggi è stato inghiottito nel buio
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Scimitarre contro la libertà di stampa: così Khashoggi è stato inghiottito nel buio

Una manifestazione davanti al consolato saudita di Istanbul dove il giornalista è entrato senza mai più essere uscito

Manifestazione dopo la scomparsa di Jamal Khashoggi
Manifestazione dopo la scomparsa di Jamal Khashoggi
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8 Ottobre 2018 - 20.13


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La Turchia ha richiesto all’ambasciata dell’Arabia Saudita ad Ankara di effettuare un’ispezione del consolato di Riad a Istanbul, dove dal 2 ottobre si sono perse le tracce del giornalista saudita dissidente Jamal Khashoggi. La polizia turca ritiene che il reporter, opinionista del Washington Post, sia stato assassinato.
Anche Recep Tayyip Erdoğan ha confermato l’impegno a far luce sulla vicenda. “Si stanno esaminando gli ingressi e le uscite dal consolato, e anche le partenze e gli arrivi negli aeroporti”, ha dichiarato il Presidente turco.
L’uomo era entrato nella sede diplomatica per ottenere dei documenti in vista del matrimonio con la compagna turca, a cui aveva lasciato il cellulare. Dopo 11 ore di attesa la donna ha dato l’allarme.
Il regime saudita, che il giornalista ha più volte denunciato per gli arresti e le limitazioni dei diritti civili, ha negato con forza ogni coinvolgimento nella scomparsa di Khashoggi.
Venerdì il Washinton Post è uscito con le colonne bianche nello spazio di solito occupato dalla “penna” saudita, che su Twitter ha oltre un milione e mezzo di follower.
Secondo rivelazioni fatte dalla polizia a un collega di Khashoggi, Turan Kislakci, l’uomo è stato ucciso e fatto a pezzi , per far sparire il corpo.

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