Il primo attacco, come spesso in passato, viene dall’Olanda. Il secondo, e anche questa non è una novità visti i precedenti delle ultime settimane, dall’Austria.
Ad essere precisi: tutto come a metà ottobre, quando Amsterdam e Vienna guidarono il gruppo degli europei pronti a chiedere misure draconiane contro Roma, per via della manovra di bilancio.
Colpisce soprattutto la scelta dell’Austria, e per due motivi. Il primo è che Vienna è presidente di turno dell’Unione (carica molto meno pesante di una volta, ma ugualmente di grande rilievo). La seconda considerazione da fare è più strettamente politica: l’esecutivo austriaco, frutto di una coalizione tra popolari e destra, è stato considerato per diverso tempo interlocutore naturale della Lega di Matteo Salvini. E invece non è la prima volta che dà un dispiacere all’Italia.
A far partire le bordate contro il documento programmatico di bilancio italiano il ministro delle finanze olandese, Wopke Hoekstra, che ha chiesto alla Commissione europea di prendere “ulteriori provvedimenti” contro Roma. “Sono molto deluso dal fatto che l’Italia non modifichi il proprio bilancio. Le finanze pubbliche dell’Italia non funzionano e i piani del governo italiano non portano a una crescita economica solida”, sono state le sue parole.
“Questo bilancio non rispetta gli accordi che abbiamo stipulato in Europa”; ha rincarato poi, sottolineando di essere “molto preoccupato al riguardo. Ora è giunto il momento che la Commissione europea prenda ulteriori provvedimenti”.
Subito l’Austria ha fatto sapere che intende votare a favore di un’eventuale procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. il ministro delle finanze di Vienna, il popolare Hartmut Loeger, non usa mezzi termini: “Più che mai dobbiamo pretendere disciplina da Roma, non si tratta solo di una questione italiana, ma di una questione europea”.
In sostanza secondo Loeger “l’Italia corre il rischio di scivolare verso uno scenario greco”, e se la manovra non sarà corretta, secondo il ministro austriaco la Commissione Ue dovrebbe compiere dei passi disciplinari verso Roma.
“Oggi è una giornata talmente bella che mi permetto di non rispondere su spread e manovra. Ci sono dei grafomani a Bruxelles che mandano lettere e noi da persone educate, rispondiamo ma non ci muoviamo di un millimetro”, ribatte Matteo Salvini durante la conferenza stampa ospitata da un hangar dell’Aeroporto militare di Pratica di Mare dove sono sbarcati 51 migranti bisognosi di protezione internazionale. “Chi è in torto è l’Unione Europea – aggiunge – che nei suoi trattati prevede che i vari Paesi garantiscano piena occupazione e diritti sociali: se non posso spendere soldi come faccio a garantirli?”.
Una posizione, sottolinea il quotidiano austriaco Der Standard, che rende “poco felice” il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.
In questo modo il ministro dell’interno evita di mettersi in rotta di collisione con un paese vicino e con un governo dalla forte impronta sovranista, ma che si è rivelato essere ben lontano dall’idea di fare fronte unico con gli italiani sui conti europei.
I rapporti bilaterali hanno dovuto anche registrare la sottile – ma non troppo – recente polemica sull’eventuale concessione da parte di Vienna di un secondo passaporto ai cittadini italiani di lingua tedesca che vivono in Alto Adige.