Un vero e proprio terremoto politico si è abbattuto sul governo guidato da Theresa May all’indomani del via libera dell’esecutivo di Londra all’accordo con Bruxelles sull’uscita dall’Ue.
Nel giorno in cui la premier britannica è chiamata ad illustrare l’intesa alla Camera dei Comuni tre ministri hanno rasesegnato le loro dimissioni in contrasto con l’accordo raggiunto . Si tratta di Dominic Raab, ministro per la Brexit, Shailesh Vara, sottosegretario britannico per l’Irlanda del Nord, e Esther McVey, ministro del Lavoro.
“Non posso in buona coscienza sostenere i termini proposti per il nostro accordo con la Ue”, ha scritto Raab su Twitter annunciando le sue dimissioni e pubblicando la lettera inviata a May per spiegare le sue ragioni. Il ministro per la Brexit esprime il suo “rammarico” per il fatto che la premier abbia scelto di “cercare di ottenere l’intesa con la Ue” in un modo che lui non può sostenere.
“In primo luogo – ha sottolineato Raab – perché credo che il regime proposto per l’Irlanda del Nord presenti una vera minaccia per l’integrità del Regno Unito. In secondo luogo, io non posso sostenere un accordo di ‘backstop’ a tempo indeterminato, dove la Ue mantiene il veto sulla nostra possibilità di uscire. I termini del backstop sono un ibrido tra l’unione doganale europea e gli obblighi del mercato unico. Nessuna nazione democratica ha mai firmato per essere vincolata da un regime così ampio, imposto esternamente senza nessun democratico controllo sulle leggi applicate, né la possibilità di decidere di uscire dall’accordo”.
“L’intesa – ha aggiunto ancora Raab che non aveva partecipato all’ultima tornata di negoziati, a livello di funzionari, che aveva portato al testo presentato ieri da May al governo – viene considerata anche un punto di partenza per negoziare un’alleanza futura economica. Se lo accettiamo, questo pregiudicherà severamente contro di noi una seconda fase di negoziati”.
“Soprattutto – ha concluso l’ex ministro per la Brexit – io non posso conciliare i termini dell’accordo con le promesse che abbiamo fatto al Paese nel nostro manifesto alle ultime elezioni”.
Iain Duncan Smith, ex leader dei Tory ed uno dei principali esponenti dei Brexiteer, ha detto che le dimissioni di Raab sul governo hanno un impatto “devastante”. E che la sua lettera alla May prova che le sue posizioni sono state ignorate.
Anche il conservatore Vara ha annunciato oggi le sue dimissioni in contrasto con il progetto di accordo. “Con molta tristezza e rammarico – ha scritto Vara – ho presentato la mia lettera di dimissioni da ministro dell’Irlanda del Nord al premier. Siamo una nazione orgogliosa e ci siamo ridotti ad obbedire alle regole fatte da altri Paesi che hanno dimostrato di non avere a cuore i nostri migliori interessi. Possiamo e dobbiamo fare meglio di questo. Il popolo del Regno Unito merita di meglio. Ecco perché non posso sostenere questo accordo”.
L’ultima a raseegnare le dimissioni in ordine di tempo è stata Esther McVey, ministro del Lavoro. La McVey, accesa sostenitrice della Brexit e tra le più ostili voci alla soluzione della May, ha rimesso il suo mandato spiegando che “l’accordo non onora il risultato del referendum”.
Immediata la reazione dei mercati. Dopo l’annuncio delle dimissiondi Raab, la sterlina è calata pesantemente perdendo l’1,45% sull’euro e l’1,44% sul dollaro.
Terremoto nel governo May: si dimette proprio il ministro per la Brexit
Durissimo colpo per la premier britannica: lasciano l'esecutivo Dominic Raab, ministro per la Brexit, Shailesh Vara, sottosegretario britannico per l'Irlanda del Nord e Esther McVey, ministro del Lavoro
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globalist Modifica articolo
15 Novembre 2018 - 10.41
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