I militari uccidono con 80 colpi un musicista, Bolsonaro li giustifica: "Solo un incidente"
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I militari uccidono con 80 colpi un musicista, Bolsonaro li giustifica: "Solo un incidente"

Rabbia in Brasile dopo che i militari hanno crivellato di proiettili un'auto con a bordo una famiglia. Pensavano fossero banditi. E l'estremista di destra al potere replica: "L'esercito non ha ucciso nessuno"

L'auto crivellata di colpi dai militari brasiliani
L'auto crivellata di colpi dai militari brasiliani
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13 Aprile 2019 - 14.40


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I fatti: nei giorni scorsi l’esercito brasiliano ha ucciso a Rio de Janeiro un musicista, Evaldo dos Santos Pereira, 51 anni la cui auto è stata crivellata con 80 colpi d’arma da fuoco, perché i militari lo avevano scambiato per un criminale e avevano pensato che l’auto sulla quale viaggiava fosse sospetta.
Stando alle prime ricostruzioni della polizia, ben nove soldati hanno fatto fuoco contro l’auto a bordo della quale, oltre all’uomo ucciso, c’erano la moglie, il figlio di 7 anni, una ragazzina di 13 figlia di amici di famiglia e il suocero Sérgio Gonçalves de Araújo, di 59 anni, rimasto ferito e ricoverato in ospedale.
Un fatto enorme e solo per un caso non è stata sterminata l’intera famiglia. Lo sdegno è stato enorme in tutto il paese.
Ma ci ha pensato Bolsonaro a far aggiungere sdegno allo sdegno con le sue sfacciate dichiarazioni che hanno liquidato l’episodio come un semplice ‘incidente’, aggiungendo con sprezzo della vita e del dolore altrui: “L’esercito non ha ucciso nessuno”.
Frasi ribadite con forza; “L’Esercito è del popolo e non si può accusare il popolo di essere un assassino”.

Parole abominevoli. Soprattutto perché nel giorno dei funerali centinaia di persone avevano urlato ‘Giustizia’ e ‘Assasassini’, furibondi per i metodi criminali dell’esercito brasiliano definiti ‘razzisti’ e privi di controllo. Ma ora che c’è Bolsonaro chi spara e uccide viene protetto politicamente dal Presidente, nostalgico della dittatura militare che insanguinò a lungo il paese.

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