Armi francesi utilizzate contro i civili in Yemen? Il documento che imbarazza Macron
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Armi francesi utilizzate contro i civili in Yemen? Il documento che imbarazza Macron

Secondo il sito investigativo Disclose le armi prodotte dall'azienda francese Nexter sono state utilizzate contro obiettivi non militari

Carro armato
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15 Aprile 2019 - 17.39


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La guerra in Yemen ha visto utilizzare contro i civili armi di nazionalità francese, tra cui carri armati e sistemi missilistici venduti all’Arabia Saudita. A sostenerlo è il sito investigativo Disclose, specializzato proprio nella vendita di armi da geurra. 
Sul sito è possibile trovare un rapporto di 15 pagine in cui sono incluse le mappe che indicano il posizionamento delle armi di presunta fabbricazione francese. Disclose sostiene di essere in possesso di immagini satellitari, video e fotografie scattate da civili ha rivelato che alcuni carri armati Leclerc acquistati dagli Emirati Arabi Uniti avevano preso parte alle offensive della coalizione, compresa la campagna per il controllo del porto ribelle di Hodeidah.
Forte imbarazzo all’Eliseo, soprattutto per il fatto che Macron ha sempre negato che le armi prodotte dalla società Nexter siano state utilizzate contro i civili. 
Ma la guerra nello Yemen è una vera e propria mangiatoria da cui molte potenze europee attingono da anni e le lobby delle armi non vedono di buon occhio chi cerca di porre un rimedio al conflitto: quando la Germania ha imposto un embargo

Leggi anche:  Yemen, nove anni di una guerra dimenticata: un rapporto di Oxfam riaccende i riflettori

sulle esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita provocando le critiche dall’industria delle armi e dagli alleati Francia e Regno Unito, che dicono che la mossa ha messo a rischio progetti comuni.

Il conflitto quadriennale nello Yemen ha distrutto la sua economia e ha creato una delle peggiori crisi umanitarie del mondo, dice l’ONU. Più di 10.000 civili sono stati uccisi e circa 10 milioni di persone sono state condotte sull’orlo della carestia.

Il rapporto Disclose fa parte di un’indagine condotta con Mediapart, France Inter, Arte television e The Intercept, con sede negli Stati Uniti.

 

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