I reazionari della Chiesa tentano un altro assalto contro Papa Francesco

Monsignor Carlo Maria Viganò, il cardinale Raymond Leo Burke e monsignor Athanasius Schneider tornano insieme per condannare la "confusione e il disorientamento dottrinali"

Il cardinale Raymond Leo Burke
Il cardinale Raymond Leo Burke
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10 Giugno 2019 - 15.45


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La destra tradizionalista. Quella che ha in Bannon e nel cristianesimo reazionario (che è un ossimoro) il punto di riferimento. Quei monsignori che, chi più o chi meno, sono gli ispiratori del cristiano-xenofobo interpretato da Salvini con il suo ostentato e sfacciato uso di rosari, crocifissi e richiami alla Madonna per spacciare parole che con il Vangelo e il messaggio d’amore e di accoglienza di Cristo (ero straniero e mi avete accolto) non hanno nulla a che fare.
Adesso Monsignor Carlo Maria Viganò, il cardinale Raymond Leo Burke e monsignor Athanasius Schneider, tre vocali critici del Papa, tornano a criticare Francesco in due iniziative uscite nello stesso giorno.
Monsignor Viganò, un ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, in una intervista al Washington Post torna sulla vicenda del cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo di Washington dal 2000 al 20006, nominato arcivescovo e creato cardinale da Giovanni Paolo II, già in pensione quando Francesco fu eletto, dimesso dallo stato clericale ed espulso dal collegio cardinalizio dallo stesso Papa Francesco dopo che un’inchiesta della Chiesa statunitense ha accertato i suoi abusi sessuali nei confronti di minorenni e maggiorenni.
Il presule, che accusa tre Papi, diversi Segretari di Stato e numerosi cardinali e vescovi del Vaticano di avere sottaciuto i crimini del porporato, ha chiesto nei mesi scorsi che il Papa regnante si dimettesse, sostenendo di averlo avvertito di McCarrick in un incontro di alcuni anni fa.
Jorge Mario Bergoglio ha detto di non ricordare cosa il nunzio gli abbia detto all’epoca. Monsignor Viganò adesso torna a sostenere di avere detto al Papa, all’epoca, che McCarrick aveva “corrotto generazioni di seminaristi e di preti. Come potrebbe chiunque, specialmente un Papa, dimenticarlo?”. Monsignor Viganò non risponde alle domande su sulle scorrettezze finanziarie personali di cui è accusato, non rivela dove vive e contesta di aver tentato di affossare un’inchiesta su un arcivescovo del Minnesota accusato di abusi. Secondo l’arcivescovo, il Papa dovrebbe dimettersi “se si rifiuta di ammettere i suoi errori e di chiedere perdono”.
Sul sito ultraconservatore LifesiteNews che per primo pubblicò le dichiarazioni di Viganò, intanto, tornano a farsi sentire due presuli da sempre critici con Papa Francesco: il cardinale Raymond Leo Burke e il vescovo kazako Athanasius Schneider pubbliano una “dichiarazione di verità” per rimediare alla “confusione e il disorientamento dottrinali quasi universale” che al giorno d’oggi danneggiano a loro avviso la salute spirituale e la salvezza eterna delle anime nella Chiesa.

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