C’è stata una reazione scomposta e violenta da parte degli ultrà del gruppo ‘La Familia dei Beitar Gerusalemme all’annuncio dell’acquisto dal Maccabi Natanya del centrocampista Ali Mohammad, originario del Ghana, per 2,25 milioni di euro. Il gruppo, noto per per essere una fazione violenta e con comportamenti xenofobi, non vuole mussulmani nel loro stadio e infatti hanno dichiarato che “gli faremo cambiare nome per impedire che Mohammad sia pronunciato nello stadio Teddy”.
Le posizioni non sono cambiate nemmeno quando si è scoperto che Ali non è mussulmanto, ma cristiano praticante.
Il presidente del Beitar Gerusalemme Moshe Hoghegh da tempo cerca di sradicare ogni forma di razzismo nella sua tifoseria, in passato protagonista di vari atti d’intolleranza come quelli nei confronti di due giocatori del club di origine cecena e musulmani, Kadiyev e Sadayev, che venivano fatti oggetto d’insulti e cori sulla purezza razziale del Beitar ad ogni loro apparizione. I due resistettero per quattro mesi, poi fecero ritorno a Grozny. Ora Hoghegh, simbolo della nuova dirigenza dopo che in passato il Beitar è appartenuto anche a personaggi discussi come l’oligarca russo di origini israeliane Arcadi Gaydamak, un trafficante d’armi, ha ingaggiato una disputa giudiziaria denunciando quattro esponenti di ‘La Familia’ per aver “arrecato danno all’immagine della squadra”. Nel frattempo gli ultrà, che si autodefiniscono espressione sportiva del movimento nazionalista israeliano, e più in particolare del Partito revisionista sionista, hanno cancellato da Facebook il testo relativo ad Ali Mohammad.
Gli ultrà xenofobi del Beitar Gerusalemme contro l'acquisto di Ali Mohammad: "gli faremo cambiare nome"
Il gruppo ultrà La Familia è noto per le sue posizioni xenofobe e violente. Ali Mohammad è stato acquistato per 2,25 milioni di euro
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11 Giugno 2019 - 17.54
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