Lo scrittore Houellebecq: "Lo Stato ha ucciso Lambert perché costava troppo"
Top

Lo scrittore Houellebecq: "Lo Stato ha ucciso Lambert perché costava troppo"

Lo scrittore su Le Monde contro il governo francese: "Speravo nella sua neutralità".

Michel Houellebecq
Michel Houellebecq
Preroll

globalist Modifica articolo

11 Luglio 2019 - 13.23


ATF

Arriva il duro attacco dello scrittore francese Michel Houellebecq contro le istituzioni di Parigi: “Lo Stato è riuscito a fare ciò che gran parte della sua famiglia aveva insistentemente provato a fare da anni: uccidere Vincent Lambert”.
Il testo è stato pubblicato da Le Monde poche ore dopo la morte dell’uomo che viveva da anni in stato vegetativo a causa di un incidente. Lo scrittore fa un cenno ai parenti di Lambert solo all’inizio, perché le sue invettive sono riservate tutte al governo francese: “Speravo nella neutralità dei suoi esponenti. D’altra parte Macron aveva dichiarato che non si sarebbe immischiato. E io pensavo che i suoi ministri avrebbero fatto lo stesso”. Così non è stato.

Le parole di Houellebecq fanno riferimento alle esternazioni della ministra della Salute e della Solidarietà, Agnès Nuzyn. “Avrei dovuto diffidare di lei e, in verità, un po’ avevo diffidato quando l’avevo sentita dire che l’insegnamento di questa triste vicenda sarebbe stato che non bisogna dimenticare di mettere nero su bianco le direttive anticipate (il riferimento è alle disposizioni da redigere quando si è in buono stato di salute sulle proprie volontà in caso di malattia grave o di condizioni simili a quelle cui si trovava Lambert, ndr)”.

Lo scrittore non usa mezzi termini e, facendo riferimento alla condotta che (secondo la sua interpretazione del pensiero di Nuzyn) Lambert avrebbe dovuto tenere prima dell’incidente stradale che lo aveva condotto in stato vegetativo, scrive: “Lambert non aveva lasciato alcuna disposizione. Circostanza aggravante: era infermiere. Avrebbe dovuto sapere meglio di ogni altro che l’ospedale pubblico ha altre cose a cui pensare rispetto a mantenere in vita una persona con un grave handicap. Se nelle strutture pubbliche ci fossero troppi Vincent Lambert, costerebbero un sacco di soldi”. 

Poi il riferimento allo stato di salute dell’uomo: “Non era in preda a sofferenze insostenibili, non soffriva affatto. Non era neanche in fin di vita. Viveva in uno stato mentale particolare o, più onestamente, dovremmo dire che non era quasi per niente cosciente. Non riusciva a comunicare con chi gli stava intorno (questa cosa, francamente, non è un fatto isolato: succede a tutti quasi tutte le notti)”. 

Per lo scrittore, insomma, non ci sono giustificazioni per l’interruzione del trattamento che teneva in vita Lambert. L’infermiere, sostiene, è stato vittima della sovraesposizione mediatica e dell’ingerenza dello Stato.

Native

Articoli correlati