Il Regno Unito chiude all’Erasmus: i primi effetti della Brexit
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Il Regno Unito chiude all’Erasmus: i primi effetti della Brexit

Stop al famoso programma di scambio tra università europee istituito nel 1987.

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9 Gennaio 2020 - 13.56


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Il Regno Unito dice addio all’Erasmus+, il famoso programma di scambio tra università europee istituito nel 1987. Mentre i dibattiti sulle modalità della Brexit sono ripresi questa settimana a Westminster, l’account Twitter della Camera dei Comuni ha postato in serata un voto riguardante il celebre programma europeo che ha consentito a decine di migliaia di studenti britannici di studiare nell’Ue e viceversa.

Il tweet indica che la maggioranza di Boris Johnson, con 344 voti favorevoli e 254 voti contrari, ha respinto la “New Clause 10” inserita nel controverso accordo sulla Brexit. Il testo avrebbe obbligato il governo britannico a negoziare con l’Unione europea per poter continuare a partecipare pienamente al programma Erasmus+ anche dopo il 2020, quando Londra uscirà dall’Ue.

Il voto è stato accolto con rabbia e delusione da esponenti pro-Ue, dagli studenti e dagli utenti dei social media. Tuttavia ciò non significa che la partecipazione sia stata completamente esclusa. Il Regno Unito potrebbe infatti rimanere parte dell’Erasmus+ anche quando non sarà più nell’Ue, come paese partner. E vi sono garanzie che la partecipazione al programma continuerà almeno fino alla fine del 2020, vale a dire fino alla fine del periodo di transizione post Brexit.

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“Ebbene sì la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all’Erasmus+, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio degli studenti tanto apprezzato da generazioni di studenti europei. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l’Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l’Erasmus. Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l’Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l’integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti”, scrive, sui suoi canali social, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Sergio Battelli.

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“Dicendo addio all’Erasmus il Regno Unito scrive una pagina triste non solo per gli studenti europei. A maggior ragione adesso l’Unione Europea ha il dovere di investire sull’educazione, sulla conoscenza e sulle nuove generazioni”, ha scritto Matteo Renzi su Twitter.

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