Khamenei guida la preghiera a Teheran dopo otto anni: "Gli Usa sono terroristi"
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Khamenei guida la preghiera a Teheran dopo otto anni: "Gli Usa sono terroristi"

Per la prima volta dopo otto anni, l'Ayatollah iraniano guida la preghiera del mattino: "L'assassinio di Soleimani un atto vergognoso"

L'Ayatollah Khamenei
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17 Gennaio 2020 - 16.45


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L’Ayatollah Ali Khamenei, per la prima volta dopo 8 anni, ha guidato la grande preghiera del mattino a Teheran, in un momento storico particolarmente delicato per il paese: sono passate ormai più di due settimane dal raid Usa in Iraq contro il generale iraniano Qassem Soleimani e l’Iran deve confrontarsi anche con la responsabilità di aver abbattuto per errore un aereo di linea ucraino, uccidendo 176 persone. 
In questo spaccato così teso, la presenza di Khamenei è un chiaro segno politico: l’Ayatollah ha detto che l’attacco, avvenuto all’inizio di questo mese, alle basi militari che ospitano le truppe statunitensi in Iraq, è stato un “giorno di Dio”. L’Ayatollah ha affermato che gli Stati Uniti hanno rivelato al mondo la loro natura terroristica quando hanno ucciso Soleimani, secondo la traduzione di Reuters, prima di aggiungere che l’assassinio è stato un atto vergognoso per l’intera amministrazione statunitense. 
In un discorso televisivo, dopo che l’Iran ha lanciato dei missili contro le basi aeree in Iraq, il presidente americano, Donald Trump, ha affermato che Teheran sembra “indietreggiare”. Washington ha affermato che la decisione di uccidere Soleimani è stata presa in parte perché “il generale stava elaborando dei piani per attaccare il corpo diplomatico e il servizio militare americani in Iraq e nel resto della regione”.
Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, si è scagliato contro gli Stati Uniti e l’Europa mercoledì, criticando la loro presenza militare in Medio Oriente durante un discorso alla televisione di stato. Rouhani ha aggiunto che le truppe statunitensi non godono attualmente “di una situazione sicura” in Medio Oriente, secondo la traduzione di Reuters, e che anche le truppe europee potrebbero trovarsi in pericolo nella regione. È la prima volta in cui il presidente iraniano dirige una minaccia alle forze europee nella regione

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