Sono ormai passati decenni da quando il calcio era “solo” uno sport. La passione generata dal pallone in Italia, come in altri Paesi, ha coinvolto centinaia di milioni di persone, influenzando altri aspetti della società come cultura, economia e anche uno dei più spinosi, la politica.
In questo articolo scopriremo alcuni eventi e i principali personaggi che hanno intrecciato lo sport (talvolta in modo inconsapevole) con la politica.
Berlusconi e i successi con il Milan
Quando si parla di calcio e politica, non può che venire in mente il nome di Silvio Berlusconi. Il cavaliere ha legato indissolubilmente la sua figura di politico e imprenditore di successo con il Milan, a partire dagli albori della sua era con i tre olandesi, fino al triste declino culminato con la vendita della società a Mr. Li.
Si è discusso a lungo dell’influenza del ruolo di presidente del Milan sui successi politici di Forza Italia (et similia). Indubbiamente, le vittorie della squadra rossonera hanno contribuito a rafforzare l’immagine di uomo di successo di Silvio Berlusconi, in una narrativa cavalcata con entusiasmo dal cavaliere stesso per anni e anni.
Cristiano Lucarelli e le simpatie di sinistra
Non mancano anche gli sportivi che hanno legato la loro personalità allo schieramento politico opposto (posizionando Berlusconi in uno schema tradizionale, a destra). Cristiano Lucarelli, bomber di Livorno, Valencia e altre squadre, ha dimostrato in diverse occasioni la sua passione politica.
Sin da giovanissimo, ai tempi della nazionale italiana under 21, si fece notare per un’esultanza dai caratteri “politici”. Siamo nell’ormai lontano 1997: Lucarelli segna un gol contro la Moldavia e alza la maglietta azzurra, mostrando l’iconico viso di Che Guevara.
Ma non è il solo calciatore italiano ad aver mostrato il suo attaccamento verso il mondo popolare di sinistra. Riccardo Zampagna, attaccante-operaio, ha da sempre dichiarato la sua simpatia verso questo orientamento politico, nonostante le possibili ripercussioni negative in un mondo, come quello del calcio, pieno zeppo di tifosi di estrema destra.
Gianluigi Buffon e quel numero sulla maglia
Il portiere della nazionale italiana campione del mondo nel 2006 e della Juventus, Gigi Buffon, è stato coinvolto, volente e nolente, in diversi eventi dai connotati politici. Forse in molti ricordano quel numero scritto a pennarello sulla maglietta del Parma. L’88, scelto da Buffon per incitare i suoi compagni a tirare fuori gli “attributi” e a mostrare più grinta in campo, evoca però il dittatore tedesco Adolf Hitler. Accanto a quel numero, la scritta “Boia chi molla” legata indissolubilmente al Ventennio fascista.
Ma non è stato l’unico momento in cui il nome di Buffon è stato collegato a simboli dell’estrema destra: proprio durante i festeggiamenti per la vittoria del Mondiale del 2006, Buffon brandisce un tricolore con una scritta dai caratteri neri e una piccola croce celtica in un angolo.
In tutti questi casi il portiere ha dichiarato apertamente la sua lontananza dalle posizioni politiche e dai valori simbolo di quello schieramento politico, attribuendo gli eventi appena elencati a “bravate da ragazzo” o “sviste dovute all’entusiasmo o alla superficialità”.
Il simbolo della Juventus e della nazionale italiana è anche noto per il suo coinvolgimento con il mondo delle scommesse. Se le persone “comuni” possono tranquillamente scommettere e giocare nei casinò online, nel caso di tesserati FIGC, sono previste stringenti limitazioni per evitare pericolosi conflitti d’interesse. In questa circostanza, però è stato prosciolto dalle accuse, nonostante non si siano placati i commenti dei maligni a riguardo.
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