I rapporti tesissimi tra la Siria e la Turchia si vedono anche nelle scaramucce tra i due paesi, come quella avvenuta oggi: il parlamento siriano ha infatti riconosciuto il genocidio armeno, un massacro perpetuato dall’allora Impero Ottomano (La Turchia sull’argomento è sensibilissima tanto da minacciare chiunque ne parli) tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il massacro ebbe il suo apice nel 1915 e da allora l’Armenia insiste sul riconoscimento dello status di genocidio.
“Il Parlamento ha approvato il disegno di legge che riconosce e condanna il genocidio armeno nell’Impero Ottomano all’inizio del 20° secolo … e ha stabilito che armeni, assiri ed altri popoli che compongono la nazione siriana sono stati vittima di pulizia etnica, massacri mirati e genocidio”, si legge nel comunicato. I deputati siriani hanno inoltre esortato i Parlamenti di altri Paesi ad approvare risoluzioni simili.
Il Parlamento ha anche “condannato i tentativi di negare questo crimine e distorcere la verità storica al riguardo”.
A loro volta i deputati hanno osservato che la decisione adottata contribuirà ad evitare il ripetersi di tali crimini in futuro ed hanno affermato che gli eventi in Siria hanno mostrato “il vero volto dell’aggressivo regime turco”.
La dura reazione di Ankara al processo di riconoscimento internazionale del genocidio armeno del 1915 nell’Impero Ottomano è una delle ragioni principali delle complicate relazioni tra Turchia e Armenia.