Il Coronavirus non ha effetti solo sulla salute: com’è è noto, sta assestando un grave danno all’economia cinese, ma soprattutto sono i sempre più frequenti episodi di razzismo a far infuriare.
L’ignoranza infatti sembra sia un virus ancor più difficile da estirpare del Coronavirus: nonostante sia stato ripetuto fino allo sfinimento che il virus non si diffonde tramite cibo e che in questo momento il virus è ‘fuori controllo’ solo sul territorio cinese e che gli altri paesi del mondo sono al sicuro dal contagio per le strade, le strade di Chinatown a Los Angeles, solitamente piene di gente, sono completamente deserte. E la comunità asiatica non ci sta a passare per untrice.
Tiffany Yu, direttore di un’organizzazione per la difesa delle persone con disabilità spiega che il problema è in crescita: “Mi preoccupo sempre più della discriminazione razziale ed è xenofobia quella che vediamo. C’è molta ricerca in corso sul coronavirus, ma il fatto che le persone nella comunità asiatica, le persone che hanno un’aria asiatica o un’aria cinese sono identificate con il virus, è ben più preoccupante”.
Ci si mette anche la stampa, con il Wall Street Journal che – in un articolo che nulla aveva a che fare con il Coronavirus – ha titolato ‘Cina, il vero malato dell’Asia’. Gli accrediti ai tre giornalisti a firma del pezzos sono stati ritirati dal Dragone ma il giornale non ha voluto scusarsi e Pechino parla esplicitamente di “linguaggio razzialmente discriminatorio, calunnie e attacchi al Paese”.
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