Negli Stati Uniti un test per il Coronavirus può venire a costare anche 3.000 dollari, persino se si è in possesso di un’assicurazione sanitaria. Lo ha raccontato il giornale Miami Herald, riportando la storia di Osmel Martinez Azcue, un uomo di Miami che era appena tornato dalla Cina con sintomi influenzali.
Vista l’epidemia, Osmel ha deciso di richiedere un tampone per il Coronavirus. Si è recato al Jackson Memorial Hospital, dove ha raccontato di essere stato messo da solo in una stanza. Infermieri in tute bianche protettive hanno spruzzato una specie di fumo disinfettante sotto la porta prima di entrare. Quindi lo staff dell’ospedale gli ha detto che avrebbe avuto bisogno di una Tac per verificare un eventuale contagio, ma Azcue ha spiegato di aver chiesto un test per il coronavirus. “Pagherò di tasca mia – ha affermato Azcue che ha un’assicurazione sanitaria molto limitata – Iniziamo con l’esame del sangue e se risulto negativo mi dimettete”.
Fortunatamente per l’uomo è ciò che è esattamente accaduto. Era una banale influenza, non il virus che ha contagiato decine di migliaia di persone, la maggior parte in Cina. Ma due settimane dopo l’amara sorpresa: una lettera a firma della sua compagnia di assicurazione gli chiedeva di saldare il conto dei test, ben 3.270 dollari.
Funzionari del Jackson Memorial Hospital hanno dichiarato al ‘Miami Herald’ che, in base alla sua assicurazione, Azcue – che guadagna circa 55mila dollari all’anno lavorando per un’azienda di dispositivi medici che non offre un’assicurazione sanitaria – dovrebbe saldare in realtà 1.400 dollari di quella fattura. Ma l’uomo ha spiegato di essere stato informato dal suo assicuratore che avrebbe dovuto fornire ulteriori documenti: tre anni di cartelle cliniche per dimostrare che l’influenza che ha avuto non era correlata a una condizione preesistente.
Secondo il giornale, l’esperienza di Azcue mostra i costi potenziali del test per una malattia che gli epidemiologi temono possa trasformarsi in un’emergenza per la salute pubblica negli Stati Uniti, mentre un esperto di assicurazioni ritengono l’episodio come un avvertimento sui potenziali rischi associati alla deregolamentazione nel mercato assicurativo.
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