Politici e amministratori italiani scrivono alla Germania: "Non seguite l'Olanda, priva di etica e solidarietà"

Annuncio a tutta pagina sul quotidiano tedesco Faz per spingere la Germania a non seguire il cattivo esempio dei Paesi Bassi sugli Eurobond

Annuncio a tutta pagina sul quotidiano tedesco Faz
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31 Marzo 2020 - 08.51


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Un gruppo di amministratori ed esponenti politici italiani, tanto di centro destra che di centro sinistra, ha comprato un annuncio a tutta pagina sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) per spronare la Germania a mostrare una maggiore solidarietà di fronte alla crisi scatenata dalla pandemia di nuovo coronavirus.

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Lo racconta sull’Agi.it Nuccia Bianchhini: “È una sfida che riguarda la sopravvivenza dell’Ue”, si legge nel manifesto. “E se l’Ue non prova che esiste ora, cesserà di esistere”. Oltre che dall’ispiratore dell’iniziativa, l’ex ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, il manifesto è stato firmato da governatori del nord Italia e da sindaci dei luoghi piu’ colpiti dalla pandemia. Tra i firmatari, oltre a Calenda, Beppe Sala, Giorgio Gori, Stefano Bonacini, Giovanni Toti. È un’iniziativa, spiega Calenda su Twitter, presa “per parlare ai tedeschi perché ricordino come dovrebbe comportarsi un grande Paese durante un’emergenza”.

“Nove Stati europei, tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio -si legge ancora nell’appello – hanno proposto l’emissione di eurobond per far fronte alla crisi. Non si chiede la mutualizzazione dei debiti pubblici pregressi ma di dotare l’Unione europea di risorse sufficienti per un grande ‘rescue plan’ europeo, sanitario, economico e sociale, gestito dalle istituzioni europee”.

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Nel manifesto si critica in maniera esplicita anche la posizione dell’Olanda, definita “un esempio di mancanza di etica e solidarietà”. “L’Olanda capeggia un gruppo di Paesi che si oppone a questa strategia”, ricorda il manifesto, “e la Germania sembra volerla seguire. L’Olanda è il Paese che attraverso un regime fiscale ‘agevolato’ sta sottraendo da anni risorse fiscali a tutti i Paesi europei. A farne le spese sono i nostri sistemi di welfare e dunque i nostri cittadini più deboli, quelli che oggi sono più colpiti dalla crisi”.

E non manca un riferimento ai debiti di guerra della Germania e alla scelta che all’epoca fecero Paesi come Italia, Francia e Spagna. “Il debito della Germania dopo il 1945 era di 29,7 miliardi di marchi di allora. La Germania non avrebbe mai potuto pagare. Nel 1953 a Londra, 21 Paesi (tra cui Francia, Italia, Spagna e Belgio) consentirono alla Germania di dimezzare il debito e di dilazionare i pagamenti del debito restante. In questo modo, la Germania potè evitare il default. Di quella decisione dell’Italia siamo ancora oggi convinti e orgogliosi. Lo ripetiamo: in questo caso, con gli eurobond dedicati al coronavirus non si cancelleranno o mutualizzeranno i debiti pregressi”.

Di qui l’appello finale: “Cari amici tedeschi, la memoria aiuta a prendere le decisioni giuste. Il vostro posto è con i grandi Paesi europei, il vostro posto è con l’Europa delle istituzioni, dei valori di libertà e solidarietà. Non al seguito di piccoli egoismi nazionali”. “Dimostriamo insieme che l’Europa è più forte di chi la vuole debole”. 

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