Una diretta Instagram tra Fabio Cannavaro e Faustino Asprilla su quando insieme giocavano nel Parma (il primo dal 1995 al 2002, il secondo dal 1992 al 1996 e, poi, dal ’98 al ’99) a un certo punto presenta un episodio di omofobia che passa praticamente inosservato, sempre perché nel mondo del calcio questi atteggiamenti sono largamente tollerati.
Asprilla racconta, mentre Cannavaro ride di gusto, che negli anni ’90 lui e il calciatore Massimo Crippa si trovavano all’Hollywood di Milano: “Avevamo bevuto champagne, tequila, di tutto. Eravamo un po’ ubriachi. A un semaforo c’era un finocchio bianco, che si vestiva da donna. Io mi avvicino: Vieni, quanto costa passare la notte con te?. Quello risponde: Non costa niente perché non mi piacciono i neri. Esco dalla macchina: Cosa hai detto pezzo di merda? E lui: No, io odio i neri. Lui scappa e io dietro a quel finocchio. Massimo aveva paura che ci beccasse la polizia. Io volevo picchiarlo. Mi ero tolto anche la cintura. Ma quello correva più di me”.
Quasi nessun giornale ha riportato la notizia, preferendo concentrarsi sulla ‘simpatia’ della diretta e sulle ‘confessioni osè’ di Asprilla, che in un altro momento racconta di quando ha passato la notte in compagnia di 5 ragazze. Comportamento che viene ovviamente se non glorificato, certamente non giudicato (provate a immaginare se una cosa del genere la dicesse una donna). L’unica ad aver dato attenzione alla notizia è stata Vladimir Luxuria, che su twitter ha scritto: “In una diretta Fabio Cannavaro ride di gusto nell’ascoltare l’ex calciatore Faustino Asprilla raccontare che, ubriaco, sentendosi rifiutato per il colore della pelle a Milano da un “finocchio vestito da donna” si è tolto la cintura per rincorrerla e picchiare. È sport questo?”.