C’è solo da sperare che Covid-19 si sia preso una bella pausa e che le cariche infettanti in giro siano lievi, così da risparmiarci nuove Codogno e nuovi casi come Bergamo.
Perché quello che è accaduto all’Olimpico è la dimostrazione che tutte le regole e tutti i buoni propositi alla fine vengono allegramente calpestati.
Ricordate le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico e il protocollo della Fgci?
Si entra in campo distanziati, una squadra per volta, chi va in panchina ha le mascherine, nessuna premiazione classica ma una sorta di fai da te.
Tutto per evitare rischi che – va detto forte – ci sono ancora visto che il virus fa oltre 300 contagi al giorno (una proiezione di 9 mila al mese) me tre a Pechino per molto meno si è tornati al lockdown in molte zone e mentre il virus sta continuando a fare stragi in america latina e asia mentre qui lo danno per finito e gli studiosi che ne ricordano i rischi vengono bollati come terroristi.
Così al termine di Napoli Juventus di coppa Italia abbiamo assistito ad una vera e propria ammucchiata selvaggia, tutti sopra tutti, baci, abbracci e perfino la premiazione diventata passerella per De Laurentiis alla faccia del proclamato self service.
A cosa sono servite le mascherine in panchina, gli ingressi separati e distanziati se alla fine è saltato tutto?
Non ci si può lamentare se poi a Napoli a migliaia sono scesi in strada a festeggiare infischiandosene delle regole quando il cattivo esempio veniva proprio dalla diretta di Rai Uno.
Che vogliamo fare?
Il ministero della Salute non ha nulla da dire? Spadafors non ha nulla da dire? La Figc tace?
Tra poco riprende il campionato. Ci dicano se le regole sono un optional. Ce lo dicano prima. Altrimenti il calcio diventerà uno spot per gli irresponsabili che non aspettano altro.
Il virus circola ancora e può far male? Se sì evitiamo altre ammucchiate selvagge. Portare lo spirito di Pappalardo nello sport è troppo.
Argomenti: covid-19