L’attacco di Erdogan alla libertà continua, questa volta colpendo i social media. L’Akp, il partito del Sultano, ha depositato in Parlamento una proposta di legge che prevede la rimozione dei post sgraditi (a Erdogan) in 24 ore e l’obbligo di raccogliere in un server locale i dati degli utenti, oltre alla nomina di un responsabile legale nel Paese.
I social network sono rimasti uno dei pochi spazi dove è consentito, in Turchia, esprimere dissenso al governo di Erdogan: ora quei messaggi ritenuti ‘antigovernativi’ verrebbero bollati come ‘propaganda terrorista’ e immediatamente rimossi.
L’Akp nasconde l’intento liberticida dietro una facciata polticamente corretta: la legge, dicono, dovrebbe “porre fine a offese e insulti, oltre che alle molestie”. Caso vuole che la legge venga proposta proprio in seguito ai numerosi insulti che ha ricevuto la figlia del Presidente, sposata con il Ministro del tesoro turco Berat Albayrak.
Con la censura Erdogan sta cercando di boicottare anche Netflix: la piattaforma di streaming ha annunciato una nuova serie, ‘If Only’, dove sarebbe previsto un personaggio gay: ma in seguito alle pressioni di Ankara, la produzione è stata sospesa.
La censura turca arriva sui social: via in 24 ore i post sgraditi a Erdogan e al Governo
I social network sono rimasti uno dei pochi spazi dove è consentito, in Turchia, esprimere dissenso al governo di Erdogan: ora quei messaggi ritenuti 'antigovernativi' verrebbero bollati come 'propaganda terrorista'
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21 Luglio 2020 - 19.19
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