C’è il serio rischio che le poste americane, che sono state sottoposte da Trump a un piano di riorganizzazione e taglio dei costi, che ha allungato i tempi di consegna della corrispondenza, non riescano a consegnare in tempo i voti per le elezioni di novembre. Il General Counsel dello Us Postal Service, il servizio postale americano, ha avvertito 50 stati che “i termini per la richiesta e la trasmissione delle schede elettorali per corrispondenza non sono compatibili con gli standard di consegna del servizio postale”.
C’è “il rischio – è scritto chiaramente nella lettera riportata dalla Nbc dopo le anticipazioni di ieri del Washington Post – che le schede non arrivino in tempo per conteggiare i voti”.
Ad ora 18 stati su 50 hanno confermato alla Nbc di aver ricevuto le lettere con l’avvertimento dell’Usps, mentre Vermont, Wisconsin e Kentucky hanno fatto sapere di non aver ricevuto alcuna missiva.
Il taglio dei costi alle poste e la campagna di Trump contro il voto postale ha una ragione precisa: basti sapere che, secondo un recente sondaggio, l’81% di chi voterebbe per posta – condizione resa necessaria dalla pandemia – ha espresso la propria preferenza per Joe Biden. Trump sa che il suo più grande alleato è l’astensionismo e la paura del Covid-19, che spingerebbe molte persone giustamente spaventate dalla pandemia a non uscire di casa per andare a votare, mentre chi non teme il Covid perché continua a non crederci – quindi il suo elettore medio – non si farebbe problemi.
L’esercito ha dichiarato più volte che il voto per posta è assolutamente sicuro, ma Trump continua a sostenere che non sia così e che ci sia il rischio di brogli elettorali. Potrebbe anche essere un modo per mettere le mani avanti, per prepararsi a contestare un’eventuale sconfitta. Trump ha già proposto di rimandare le elezioni di novembre, cosa che Joe Biden aveva avvertito sarebbe successa.
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