La protesta delle studentesse francesi contro l'abbigliamento "corretto" richiesto dal ministro

"Basta vestirsi normalmente e andrà tutto bene", aveva detto Blanquer cercando di placare le polemiche sui rigidi regolamenti dʼistituto in fatto di abiti.

La protesta delle ragazze
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16 Settembre 2020 - 10.36


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E’ in minigonna, con scollatura o con l’ombelico in vista che – rispondendo all’appello sui social network – molte adolescenti e liceali francesi hanno sfidato “l’abbigliamento corretto” imposto da gran parte dei regolamenti degli istituti scolastici, da loro definiti “sessisti”. A ribadire la linea lo stesso ministro dell’Educazione Blanquer (“Basta vestirsi normalmente e andrà tutto bene”) nel vano tentativo di abbassare i toni. Ma con le temperature più alte del solito, l’abbigliamento autunnale delle studentesse francesi si è alleggerito e il web negli ultimi giorni si è arricchito di testimonianze e storie di scuole che hanno rifiutato l’accesso a chi indossava vestiti giudicati provocanti.

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Secondo le regole dell’Educazione nazionale, il controllo dell’abbigliamento spetta a ciascun istituto con il proprio regolamento, ma resta un grande spazio di discrezionalità.

Così molte studentesse si sono fatte selfie prima di entrare a scuola, postando le foto sui social.
Sono spuntati, uno dopo l’altro, hashtag come #liberationdu14 #Lundi14Septembre #14septembre per invitare le ragazze a presentarsi in classe vestite a loro piacimento.

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Il movimento sembra aver preso forza dopo l’episodio al Museo d’Orsay, costretto a porgere le scuse a una ragazza bloccata all’ingresso a causa della sua scollatura. Ad appoggiare il movimento e’ intervenuta anche la popolare cantante Angèle.

Il ministro dell’Educazione Jean-Michel Blanquer ha invocato “una posizione di equilibrio e buon senso”. “Basta vestirsi normalmente – ha tagliato corto – e tutto andrà bene”.



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