Patrick Zaki resta in carcere: i giudici egiziani respingono il ricorso dei legali

"A Patrick resta ancora almeno un mese da trascorrere in quel terribile carcere, dove è entrato anche il Covid-19" ha commentato per la Dire il portavoce di Amnesty International italia, Riccardo Noury.

Patrick Zaki
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21 Ottobre 2020 - 17.41


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Sono otto mesi che Patrick Zaki si trova detenuto nel carcere di massima sicurezza di Tora, in Egitto, in attesa di giudizio, e i giudici de Il Cairo hanno respinto il ricorso presentato dai suoi legali. 
Gli avvocati hanno cercato di ribaltare la decisione del 7 ottobre di prolungare di altri 45 giorni la detenzione preventiva per l’attivista, che prima dell’arresto stava frequentando il primo anno di un master internazionale all’Universita’ Alma mater di Bologna.
“A Patrick resta ancora almeno un mese da trascorrere in quel terribile carcere, dove è entrato anche il Covid-19” ha commentato per la Dire il portavoce di Amnesty international italia, Riccardo Noury.
Noury ha sottolineato che “la pressione internazionale sta crescendo: quasi 300 parlamentari europei e statunitensi hanno scritto una lettera al presidente Abdel Fatah Al-Sisi per chiedere la scarcerazione di Zaki e degli altri prigionieri di coscienza. È un ottimo segnale”.
Per il portavoce di Amnesty, “sarebbe importante che anche il governo italiano sfruttasse questo mese per fare qualcosa di piu’ concreto per ottenere la liberazione di Zaki e degli altri detenuti di coscienza da parte del governo egiziano”.

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