Due foto che dicono tutto. Un premier autoritario, illiberale per sua stessa definizione, che fa parte dell’Unione Europea solo se si tratta di prendere ma si tira indietro quando si tratta di dare e cooperare.
Ossia Victor Orban.
Un premier che parla di radici cristiane poi mette i fili spinati ai confini e fa tutto l’esatto contrario di quello che farebbe un cristiano che davvero fosse coerente con gli insegnamenti del vangelo.
Ma oltre a xenofobia e razzismo Orban è quello che ha ridotto i margini dell’opposizione e ha anche promulgato una legge che limita fortemente la libertà di stampa, ossia mette il bavaglio.
E adesso, da buon sovranista, minaccia di mettere il veto sul bilancio Ue creando non pochi danni all’Italia che vedrebbe arrivare in ritardo i fondi del Recovery Fund che tanto servono al nostro paese.
Con lui Salvini e Meloni, ossia gli amici del nemico dell’Italia, legati dal comune senso di xenofobia e dall’idea di un Europa fatta di muri e fili spinati. Una Europa autoritaria nella quale – da finti cristiani quali sono – il crocifisso è usato come una clava. Per discriminare e non per accogliere.
Con loro Jozsef Szajer, l’orbaniano di ferro, eurodeputato ungherese noto per le sue posizioni anti Lgbti e omofobi.
Lo stesso pizzicato al festino gay in barba alle disposizioni Covid a Bruxelles dove è euro-parlamentare stipendiato anche (in parte) con i nostri soldi.
Che c’è bisogno di aggiungere? Difensori della famiglia tradizionale, omofobi, nazionalisti. E tanto ma tanto ipocriti.
Argomenti: giorgia meloni