La Svizzera ammette: "Pensavamo di controllare il Covid, ma è stato un errore"

Il nuovo presidente della Confederazione Guy Parmelin: "La task force ci aveva chiesto misure urgenti ma abbiamo sottovalutato"

Guy Parmelin
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3 Gennaio 2021 - 17.51


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La situazione Covid è critica anche in Svizzera, e il motivo è spiegato anche dal nuovo presidente della Confederazione svizzera, Guy Parmelin, il quale ha ammesso errori nella gestione della pandemia.

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“Tra luglio e settembre abbiamo sottovalutato la situazione. Pensavamo di poter controllare il virus”, ha aggiunto, riconoscendo che le autorità “erano ben lontane” dall`obiettivo.

Su Twitter, molte persone si sono affrettate a ricordare che dal 3 luglio la task force scientifica incaricata di fornire consulenza sulla lotta contro la pandemia ha scritto che “le infezioni da Sars-CoV-2 stanno aumentando in Svizzera a un ritmo allarmante. E ha chiesto misure urgenti”: tutto ciò non è successo.

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Guy Parmelin è entrato in carica il 1 gennaio, ma in qualità di consigliere federale responsabile dell’economia, ha svolto un ruolo importante nella gestione della crisi sanitaria per un anno.

Conserva questo portafoglio durante il suo anno di presidenza.

La Svizzera ha vissuto una prima ondata relativamente moderata rispetto alla violenza con cui la pandemia ha colpito i suoi vicini europei, ma dall’autunno il Paese ha vissuto una seconda ondata molto forte.

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Per settimane, il paese di 8,6 milioni di abitanti ha manifestato più di 4mila nuovi contagi e circa 100 morti al giorno.

Le vaccinazioni sono iniziate in diversi cantoni del Paese, ma a un ritmo ancora lento.

Per di più, qui come in altre zone d`Europa, la variante britannica – più contagiosa – del nuovo coronavirus è stata rilevata almeno cinque volte.

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