Nel corso dell’assalto al Congresso Usa del 6 gennaio scorso si era fatto notare perché indossava una maglietta con scritto ‘Camp Auschwitz’: ora Robert Keith Packer, originario della Virginia, è stato identificato grazie ad alcune testimonianze e alle sue foto del giorno dell’assalto che hanno fatto il giro del mondo intero. Ora, insieme ad altri 25, è indagato per ‘domestic terrorism’, terrorismo interno.
L’immagine di Packer all’interno del Campidoglio, la cui felpa recava il nome del lager nazista dove furono sterminate circa 1,1 milioni di persone, ha suscitato shock e incredulità sui social. “Il lavoro porta la libertà”, recitava un’altra scritta sulla maglietta, che è la traduzione approssimativa della frase “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) che campeggia ancora oggi sui cancelli del campo.
Un vicino della Virginia, che ha parlato alla Cnn in condizione di anonimato, ha descritto Packer come un estremista di lunga data che ha avuto scontri con la legge. “È stato sempre estremo e molto esplicito riguardo alle sue convinzioni”, ha commentato il vicino.
Un’altra fonte che conosce Packer lo ha descritto come un personaggio “insolito” che ha espresso frustrazioni con il governo, anche se questa fonte non ha ricordato che Packer abbia mai parlato del presidente Donald Trump o di false accuse di frode degli elettori. Una terza fonte ha detto che Packer aveva precedentemente lavorato come saldatore e installatore di tubi. I documenti del tribunale della Virginia mostrano che Packer annovera tre condanne per guida sotto l’influenza dell’alcol e una condanna penale per falsificazione di registri pubblici. Nel 2016 è stato accusato di presunta violazione di domicilio, ma il caso è stato archiviato.
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