Il capo missione di Mediterranea Luca Casarini, in un video messaggio su Facebook, ha spiegato la situazione su un gommone carico di persone che al momento si trova a 15 miglia dalle nostre coste: “Ci sono 145 tra donne, uomini e bambini. Sfiniti da mesi, alcuni da anni, di detenzione nei campi di concentramento libici. Hanno subito torture, hanno visto morire padri, madri, fratelli, amici. Il pensiero di salvarsi, di salvare i figli, non li ha mai abbandonati però. Ora sono in mare. Hanno pagato uno smuggler, per avere un gommone. È l’unica maniera, non ci sono altri modi per fuggire dall’inferno. Anche se il meteo è brutto, anche se le onde sono alte. Non c’è più tempo. Si sono messi in mare stanotte. Li hanno presi a calci per farli stipare a bordo. Come farà quel pezzo di gomma a stare a galla con 145 persone sopra? Ma o si muore in Libia o si muore in mare”.
“Adesso sono lì – prosegue – a quindici miglia dalla costa. Hanno chiamato con il satellitare Ap, ma non ci sono navi di soccorso in giro. L’unica, la Ov, ha dovuto fare rotta verso nord, con 372 salvati in 3 operazioni in due giorni. L’ultima ieri sera, due persone finite in acqua, recuperate per un pelo. Ecco la tragedia in diretta. Adesso o la cattura dei libici, che con le motovedette regalate dall’Italia partono da Tripoli per riportare indietro, all’inferno, chi tenta di scappare, oppure il naufragio, la morte”.
“Eppure ci sono navi militari dei governi europei li. Ci sono le istituzioni che guardano le tragedie. In rada a Tripoli c’è l’Italia. In mare ci sono navi italiane. Guardate la tragedia in diretta. Non è una serie Netflix. Ma viene trasmessa ogni giorno”, conclude Casarini.
Gommone con 145 migranti a bordo, Mediterranea: "Per loro solo la morte, o in Libia o in mare"
Parla Luca Casarini, capomissione di Mediterranea: "Come farà quel pezzo di gomma a stare a galla con 145 persone sopra? Ma o si muore in Libia o si muore in mare".
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globalist Modifica articolo
23 Gennaio 2021 - 10.16
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