Proseguono le proteste in Myanmar contro il golpe che ha rovesciato nei giorni scorsi la leader Aung San Suu Kyi.
Migliaia di manifestanti stanno sfilando per le strade di Yangon, la più grande città birmana che è stata la capitale del paese fino al 2005, e questo nonostante il blocco dei principali social network decretato dall’esercito.
Ieri avevano partecipato alle manifestazioni di proteste, secondo alcune stime, oltre 10 mila persone.
Al momento non si riferiscono di incidenti con la Polizia, che blocca l’accesso ad alcuni dei principali luoghi della città.
Il golpe è iniziato lunedì scorso dopo che le forze armate non hanno accettato la vittoria del partito guidato dalla Lega nazionale per Democrazia (Nld) alle elezioni parlamentari dell’8 novembre.
I manifestanti che stanno sfilando per le strade di Yangon sono per la maggior parte giovani e mostravano le foto del leader detenuto Aung San Suu Kyi e indossavano il rosso, il colore del suo partito della Lega nazionale per la democrazia.
“Rispetta il nostro voto”, si legge in uno striscione in riferimento alla vittoria schiacciante della Nld nelle elezioni di novembre. Camion della polizia e agenti in tenuta antisommossa sono presenti nelle strade vicino all’Università di Yangon.
Finora le autorità militari non hanno fermato le proteste ma sono in molti a presumere che potrebbero intervenire presto, riferisce Jonathan Head, corrispondente della Bbc per il sud-est asiatico.
Delle manifestazioni sono in corso anche a Mawlamine e Mandalay.
Il leader eletto Aung San Suu Kyi, il presidente Win Myint e altri importanti leader dell’Nld sono agli arresti domiciliari da quando l’esercito ha preso il controllo del Paese lo scorso primo febbraio e ha dichiarato lo stato di emergenza per un anno.