I media polacchi scioperano per una legge che vuole nazionalizzare anche i contenuti pubblicitari

"Il potere ha dichiarato guerra alla libera opinione", ha scritto il quotidiano Gazeta Wyborcza in apertura.

Duda
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10 Febbraio 2021 - 13.56


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Come nascono le diddature negli anni 2000? Anche così. I media polacchi sono oggi in sciopero, per protestare contro una nuova controversa legge sulla pubblicità, ritenuta un attacco alla liberà di opinione.
    Nel contesto della pandemia, l’esecutivo di Mateusz Morawiecki vuole infatti imporre una tassa del 5% sulle pubblicità, entrando inoltre nel merito dei contenuti, e costringendo le imprese (anche quelle straniere) ad ampliare la pubblicazione di materiale dal contenuto nazionale polacco.
 “Il potere ha dichiarato guerra alla libera opinione”, ha scritto il quotidiano Gazeta Wyborcza in apertura, pubblicando – così come altre testate e radio – una lettera aperta ai governanti e ai leader di partiti politici. Nel testo, la tassa viene definita “racket”, e i media si oppongono a eventuali nuove limitazioni della libertà di parola. Il disegno di legge, che potrebbe entrare in vigore da luglio prossimo, prevede che i fondi ricavati saranno usati a sostegno delle istituzioni colpite dal Covid.
    “Dobbiamo rispondere alle nuove sfide del mondo digitale” ha affermato ieri nel corso della conferenza stampa il premier Morawiecki, additando fra i ‘colpevoli’ “Apple, Amazon Facebook e Google” e dichiarando – lo scrive la Pap – che le soluzioni proposte dal suo esecutivo seguono quelle di Francia, Spagna e Italia, in mancanza delle decisioni comunitarie. 

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