La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, nel suo intervento alla 65esima sessione della Commissione Onu sui diritti delle donne, ha dichiarato: “Lo status di una democrazia dipende fondamentalmente dal ruolo delle donne: non solo perché la loro esclusione dai processi decisionali è un segnale di fallimento della democrazia, ma anche perché la loro partecipazione la rafforza. E questo è vero ovunque”.
In apertura del suo discorso, la prima donna vice presidente degli Stati Uniti, ha infatti enfatizzato come parlare della situazione dei diritti delle donne significhi parlare della situazione globale della democrazia, lanciando l’allarme sul fatto che “è sempre più sotto minaccia: da 15 anni consecutivi assistiamo ad un preoccupante declino della libertà in tutto il mondo”. E lo scorso anno viene considerato “il peggiore per il deterioramento globale di democrazia e libertà”.
“Il Covid 19 sta minacciando la sicurezza economica, la sicurezza fisica e la salute delle donne in tutto il mondo” ha continuato Harris, sottolineando che “mentre le donne faticano ad avere l’assistenza medica che necessitano, la pandemia sembra aver invertito i progressi globali che erano stati fatti nella lotta all’Aids, alla tubercolosi, alla malaria, malnutrizione e la mortalità infantile e delle partorienti”.
“È per questo che nel primo giorno della nostra amministrazione, gli Stati Uniti hanno ripreso il loro posto di stato membro e leader dell’Organizzazione mondiale della Sanità”, ha aggiunto la vicepresidente americana, facendo riferimento al fatto che Donald Trump aveva lasciato, in piena pandemia, l’Oms.
Harris ha poi annunciato l’intenzione di “rilanciare l’alleanza con la commissione Onu sulle donne”, ricordando le parole di Eleanoor Roosevelt che “senza eguaglianza non ci può essere democrazia”.
