All Blacks e la celebre Haka in vendita al 15% per la crisi: ma i giocatori dicono No

Gli effetti della pandemia si sono fatti sentire anche in Nuova Zelanda, da qui la necessità di reperire fondi per bilanci sempre più in difficoltà anche in ambito sportivo.

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1 Aprile 2021 - 13.11


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Il tema del giorno nel primo paese al mondo a dichiararsi ‘Covid Free’ è che la Haka non si vende. Ma gli effetti della pandemia si sono fatti sentire anche in Nuova Zelanda, da qui la necessità di reperire fondi per bilanci sempre più in difficoltà anche in ambito sportivo. E questo è il punto, perché il problema sta riguardando perfino un brand di successo, e un patrimonio nazionale, come gli All Blacks, la nazionale di rugby tre volte campione del mondo.

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Per il 2020 la federazione rugby neozelandese (Nzr) ha fatto sapere di aver avuto una perdita pari a una cifra tra i 35 e i 45 milioni di euro, preventivando quindi il dimezzamento delle riserve di cassa da circa 80 milioni di euro a 42. Per questo la Nzr sta valutando la possibilità di vendere il 15 per cento dei suoi diritti commerciali, e questo per avere liquidità immediata.

Le offerte sono arrivate quasi subito, del resto i fondi stanno investendo pesantemente nel rugby (come il Cvc che ha acquisito per 350 milioni di euro il 14% dei diritti del 6 Nazioni), e nel caso degli All Blacks si è fatto avanti con particolare insistenza il fondo statunitense Silver Lake. La sua valutazione complessiva degli All Blacks è stata di 2 miliardi di dollari (circa un miliardo e 700 milioni di euro), e quindi l’offerta per il 15% dei diritti commerciali tra i quali Silver Lake vorrebbe includere anche la celebre ‘Haka’ che i giocatori fanno prima di ogni match, è stata di 276 milioni di euro.

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In questo scenario si è però inserita una variabile non prevista: i giocatori e le giocatrici (l’offerta del fondo riguarderebbe anche la nazionale femminile). Infatti con una lettera datata 29 marzo firmata dai capitani delle due selezioni e da altri elementi di spicco come Aaron Smith, Sam Whitelock e Dane Coles, viene espressa una decisa contrarietà all’operazione.

“Riteniamo di dovervi comunicare che non concederemo la nostra approvazione alla vendita di quote – è scritto nella lettera degli All Blacks -. La decisione è stata presa dopo un’attenta valutazione da parte del nostro consiglio. I giocatori neozelandesi giocano per se stessi, per le loro famiglie e per il loro paese con un impegno nei confronti della vittoria richiesto dalla storia ed ereditato dalla tradizione. I tifosi comprendono questo impegno, e ci riconoscono l’essenza di quello che può significare essere neozelandesi”. ”È questo che stiamo vendendo: 129 anni di storia – viene sottolineato -, e talento, e risultati che hanno portato a successi straordinari, raggiunti perché siamo quelli che siamo. Nessun altro l’ha fatto. Nessun altro avrebbe potuto farlo”.

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