L'accusa dell'Oms: "Troppi morti, inaccettabile la lentezza europea nella vaccinazione"

L’Europa preoccupa l’Oms. Soltanto la scorsa settimana, si sono registrati 1,6 milioni di nuovi casi di Covid-19 e quasi 24mila decessi.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
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1 Aprile 2021 - 07.35


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“Il picco più inquietante da mesi” dice l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in un report in cui evidenzia come il vecchio continente sia la seconda regione al mondo più colpita dalla pandemia, con quasi un milione di morti e 45 milioni di casi. D’altronde, “solo cinque settimane fa, il numero settimanale di nuovi casi in Europa era sceso a meno di un milione. Ci sono rischi associati all’aumento della mobilità e dei raduni durante le festività religiose. Molti paesi stanno introducendo nuove misure che sono necessarie e tutti dovrebbero seguirle il più possibile”, ha affermato la dottoressa Dorit Nitzan, direttrice regionale delle emergenze per l’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa. All’incirca 50 tra paesi e territori europei hanno registrato al loro interno la variante B.1.1.7, comunemente nota come variante inglese. Un ceppo che ha tra le sue caratteristiche principali la maggior contagiosità e che, quindi, è alla base dell’aumento del numero di casi.

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L’Oms pone l’attenzione sull’importanza dei vaccini e critica l’Europa per la “lentezza inaccettabile” delle somministrazioni. “I vaccini rappresentano la migliore via d’uscita da questa pandemia. Non solo funzionano, ma sono anche molto efficaci nel prevenire le infezioni. E fintanto che la copertura rimane bassa, dobbiamo applicare le stesse misure sanitarie e sociali che abbiamo applicato in passato, per compensare i ritardi nei programmi d’immunizzazione. Vorrei essere chiaro”, ha sottolineato il dottor Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale dell’Oms per l’Europa, “dobbiamo accelerare il processo aumentando la produzione, riducendo gli ostacoli alla somministrazione dei vaccini e utilizzando ogni singola fiala che abbiamo in magazzino, ora”. Al momento,  solo il 10% della popolazione totale europea ha ricevuto una dose di vaccino e il 4% ha completato una serie completa di vaccini. “Il rischio”, ha continuato Kluge, “che la vaccinazione in corso fornisca un falso senso di sicurezza alle autorità e al pubblico è considerevole e questo comporta un pericolo”. 

Fino a quando i vaccini non avranno una copertura tale da immunizzare la maggior parte della popolazione, l’Oms chiede a gran voce di mantenere strette le misure di contenimento: nelle ultime due settimane, 23 paesi hanno intensificato le restrizioni mentre 13 hanno allentato le misure, con altri 9 a seguire l’esempio. Proprio ieri il presidente Emmanuel Macron ha annunciato una nuova stretta per la Francia, con una zona rossa per tutto il mese di aprile e la nuova chiusura delle scuole. Il paese, infatti, potrebbe raggiungere il picco della terza ondata “in sette o dieci giorni se tutto va secondo i piani”, ha detto il ministro della Salute Olivier Veran. “Poi abbiamo bisogno di due settimane in più per raggiungere il picco di unità di terapia intensiva (ICU) che potrebbe verificarsi alla fine di aprile”. Il terzo lockdown francese è giustificato da un crescendo preoccupante di casi, raddoppiati da febbraio e in media 40mila al giorno, mentre questa settimana il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva a superato quota 5mila, mai raggiunto. 

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Ma Parigi è solo l’emblema di un’Europa nella morsa della terza ondata da Covid. Le misure di Macron potrebbero, infatti, fare da apripista per altri paesi. Nelle ultime 24 ore, in Germania si sono registrati 24.300 nuovi contagi da
coronavirus e 201 nuovi decessi. Una settimana fa, i contagi registrati erano stati 22.657, con 228 morti. L’incidenza dei contagi è pari a 134,2 ogni 100mila abitanti, leggermente superiore a quella registrata il giorno precedente, che era di 132,3. Dall’inizio della pandemia, nel paese sono stati accertati 2.833.173
casi di contagio, con 76.543 decessi.

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