Il New York Times ha rivelato che Matt Gaetz, deputato repubblicano al centro di un’inchiesta federale per sfruttamento sessuale, ed in particolare per aver avuto relazioni con una minorenne, avrebbe chiesto la grazia a Donald Trump durante le sue ultime settimane alla Casa Bianca. Gaetz, addirittura, avrebbe chiesto che il provvedimento preventivo, che lo avrebbe protetto da ogni possibile sviluppo dell’inchiesta allora già in corso, interessasse anche due collaboratori.
Secondo le fonti citate dal Times, la richiesta di Gaetz, che si è distinto come uno dei più accesi sostenitori di Trump e del suo Maga al Congresso, è stata trasmessa in modo riservato alla Casa Bianca, mentre il repubblicano pubblicamente rivolgeva un appello al presidente a graziare tutti i suoi più stretti alleati. Le fonti non specificano però se Gaetz abbia parlato direttamente con l’allora presidente o solo con un suo collaboratore.
L’inchiesta del dipartimento di Giustizia su Gaetz è stata avviata già lo scorso anno, quindi ai tempi dell’amministrazione Trump, ma è stata resa nota solo nei giorni scorsi.
Un portavoce del deputato ha smentito categoricamente la richiesta di grazia, accusando “figure politiche di basso livello” di aver “confuso la richiesta di grazia di Gaetz che chiedeva al presidente Trump di ‘graziare tutti della sua amministrazione’ con queste accuse false e sempre più bizzarre contro di lui”.
Il repubblicano da giorni nega ogni accusa, sostenendo che si tratta di una macchinazione per colpirlo, ma difende il suo stile di vita: “voglio ricordare a tutti che sono un deputato, non un monaco”.
Ma molti esponenti repubblicani, e lo stesso entourage di Trump, rimasto in silenzio in questi giorni senza correre in difesa di Gaetz, stanno prendendo le distanze dal deputato, dopo che è emerso che, a parte l’inchiesta federale, il repubblicano era solito mostrare ai colleghi foto di donne nude con cui affermava di aver avuto rapporti, faceva uso di droga e pagava escort.
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