Il pericolo di un conflitto armato tra Russia e Ucraina si fa sempre più crescente.
Come riportato da Agi.it, la Nato terrà oggi un vertice ministeriale per discutere di questo rischio, il giorno dopo la proposta di un vertice faccia a faccia in un Paese terzo avanzata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, al presidente russo, Vladimir Putin.
Il pericolo di un’escalation nel Donbass è solo una delle numerose questioni sul tavolo che l’inquilino della Casa Bianca intende discutere con il capo del Cremlino, al quale ha telefonato ieri.
La prima conversazione tra i due leader dall’insediamento di Biden è arrivata un mese dopo l’intervista nel quale l’ex numero due di Obama aveva suscitato l’ira del collega russo definendolo “un assassino”.
Come evidenziato da Francesco Russo, mentre Mosca continua ad ammassare truppe al confine con l’Ucraina e si contano ogni giorno nuove vittime negli scontri tra governativi e separatisti filorussi nel Donbass, Biden ha avvertito Putin che “agirà con fermezza” in difesa di Kiev e lo ha esortato ad allentare la morsa.
“Profonda preoccupazione” per l’aumento del contingente militare russo sul confine orientale ucraino è stata manifestata dall’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell e dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
Da Bruxelles, Blinken ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti all’integrazione euro-atlantica dell’Ucraina di fronte alle “aggressioni” di Mosca nel Donbass e in Crimea, dopo un incontro con il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba.
Blinken e il capo del Pentagono, Lloyd Austin, saranno oggi a Bruxelles, nel quartier generale della Nato, per partecipare alla videoconferenza dei ministri degli Esteri e della Difesa dell’alleanza, con i quali si consulteranno sull’escalation militare russa e sulla presenza militare in Afghanistan.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha manifestato apprensione alla vigilia del summit. “Negli ultimi giorni la Russia ha mobilitato migliaia di soldati pronti al combattimento lungo i confini con l’Ucraina. Si tratta della più grande mobilitazione di uomini al confine dall’annessione illegale della Crimea nel 2014”, ha dichiarato Stoltenberg a Bruxelles in una conferenza stampa congiunta con Kuleba.
“E’ un comportamento ingiustificato, inspiegabile e profondamente preoccupante”, ha sottolineato il segretario generale della Nato. Anche i ministri degli Esteri del G7 hanno chiesto al Cremlino di “cessare le provocazioni”.
La Russia, per ora, non sembra però intenzionata ad abbassare la tensione.
Il viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, ha accusato la Nato di aver trasformato l’Ucraina in una “polveriera” e di fornire sempre più armi a Kiev.
Ryabkov ha ribadito che, in caso di un’escalation militare, è pronta a fare “tutto il necessario” per proteggere i suoi concittadini nelle regioni separatiste del Donbass, che comprende i tre oblast orientali dell’Ucraina.
Secondo Kiev, il numero di militari russi dispiegati al confine con l’Ucraina è salito a 41 mila effettivi ai quali vanno aggiunti altri 42 mila stanziati in Crimea.
Al contingente di terra si aggiungono le 15 navi militari che la Russia sta spostando dal Mar Caspio nel Mar Nero.
“Un’operazione di routine”, secondo Mosca, che appare però una replica all’invio di due cacciatorpediniere Usa nel Mar Nero comunicato venerdì scorso da Washington ad Ankara.
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