Ennesima notte di raid a Gaza. Ma c’è uno spiraglio per il cessate il fuoco a cui sta lavorando l’Egitto e che potrebbe concretizzarsi entro giovedì.
Una cessazione delle ostilità è stata chiesta anche dal presidente Usa, Joe Biden, pressato in patria dall’ala ‘liberal’ dei democratici che gli contesta anche il ‘via libera’ alla vendita per di armi di precisione (tra cui bombe a guida laser dall’impatto devastante) per 735 milioni di dollari.
Biden non ha chiesto la fine immediata dei combattimenti, ma una tregua: ha sostanzialmente detto al premier, Benjamin Netanyahu, con cui ha parlato lunedì sera, che il tempo per l’operazione a Gaza sta per scadere. Gli israeliani sembrano intenzionati ad andare avanti ancora per 24/48 ore: hanno fatto sapere di aver distrutto nella notte altri 15 chilometri di tunnel sotterranei e che sono già stati eliminati “150 terroristi”. L’esercito ha ribadito che dovrà colpire ancora i vertici di Hamas con altri raid per “almeno due giorni”, poi potrebbe fermarsi.
I negoziati egiziani per mediare un cessate il fuoco tra Israele e i palestinesi a Gaza “sono vicini” a un risultato, ha riferito una fonte diplomatica alla stampa israeliana, sostenendo che una tregua dovrebbe essere siglata in “due giorni al massimo”.
Per ora, comunque, il martellamento continua, e anche il lancio dei razzi: ancora stamane un’intensa ‘grandinata’ nel sud di Israele. Tshahal, l’esercito con la stella di David, ha fatto sapere di aver colpito obiettivi “terroristici” e di aver preso di mira ancora una volta la ‘metro’, la rete di tunnel sotterranea a Gaza City e Khan Younis.
I palestinesi avevano lanciato razzi verso Israele nella serata, ma senza ulteriori attacchi fino all’alba, quando gli allarmi delle sirene sono tornati a suonare nelle comunità vicino a Gaza e nella città di Netivot. In totale, nell’arco dell’intera notte, ne sono stati lanciati 90, di cui Iron Dome ne ha intercettati “decine”.
All’alba, Idf, l’esercito israeliano, ha reso noto di aver colpito almeno una decina di lanciarazzi multipli, tra i quali sei che erano puntati verso Tel Aviv (oltre 65 quelli neutralizzati dall’inizio delle ostilità) e di aver distrutto altri 15 chilometri di tunnel sotterranei tra Gaza city e Khan Younis: è il quarto round di ‘martellamento’ sulla cosiddetta ‘metro’, la rete di galleria scavata dai miliziani palestinesi di cui Tsahal sostiene di aver giù distrutto un centinaio di chilometri.
Nella notte hanno volato su Gaza 60 caccia, che hanno sganciato oltre 100 bombe su 65 obiettivi. Insomma, per adesso, il martellamento non si ferma, ma una tregua forse si avvicina.