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Il nostro Paese si è ritrovato sotto assedio al Consiglio Onu sui diritti dell’Uomo, accusato di aver armato Israele nel conflitto contro i palestinesi. Intanto il Consiglio ha deciso di avviare un’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani commesse nei territori palestinesi occupati e in Israele dal mese di aprile.
E’ “inconcepibile – si legge nel resoconto della discussione in seno al Consiglio dei diritti umani – che Stati tra cui Stati Uniti, Germania e Italia, forniscano ancora armi e assistenza militare al governo israeliano, nonostante il chiaro rischio di gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”.
L’inchiesta che dovrà partire ha anche l’obiettivo di indagare le “cause profonde” delle tensioni tra palestinesi e israeliani. La risoluzione – approvata con 24 voti a favore, 9 contrari e 14 astensioni – è stata adottata nel corso di una riunione straordinaria del Consiglio, richiesta dal Pakistan, in qualità di coordinatore dell’Organizzazione della cooperazione islamica, e dalle autorità palestinesi.
Il premier israeliano: “Ossessione vergognosa”
Una decisione, quella dell’Onu, che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito subito “vergognosa”. Si tratta di “un altro esempio dell’aperta ossessione anti Israele” di questo organo delle Nazioni Unite, ha aggiunto.
“Questa messinscena prende in giro il diritto internazionale e incoraggia i terroristi di tutto il mondo”, sottolinea Netanyahu su Twitter. Per il premier israeliano, il Consiglio dei diritti dell’Uomo dell’Onu “rappresenta come la ‘parte colpevole’ una democrazia che legittimamente protegge i suoi cittadini da migliaia di attacchi con razzi senza distinzione”.
Israele: “Non collaboriamo, inchiesta Onu per ‘pulire’ Hamas”
Dura la reazione anche del ministero degli Esteri di Tel Aviv, che annuncia che “non collaborera’” con la commissione dell’Onu per l’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani. “Il vero scopo di questa commissione e’ quello di ‘pulire’ i crimini del gruppo terroristico Hamas e di incriminare Israele per le azioni svolte in difesa dei propri cittadini”, aggiunge il comunicato. Il dicastero osserva infine che “le forze israeliane hanno agito nel rispetto del diritto internazionale difendendo i cittadini israeliani, mentre Hamas ha lanciato razzi senza distinzioni contro civili”.
Gli Usa: “Così si minano i progressi di pace”
Gli Stati Uniti esprimono rammarico per la decisione del Consiglio per i diritti umani dell’Onu. “La mossa odierna rischia piuttosto di minare i progressi fatti” verso la pace, si legge in una nota divulgata dalla missione americana a Ginevra. Washington, che e’ membro osservatore senza il diritto di voto nel Consiglio per i diritti umani dell’Onu (Donald Trump aveva ritirato gli Usa nel 2018 sostenendo che il panel avesse preso di mira Israele), non e’ intervenuta durante la speciale riunione di oggi che ha adottato la risoluzione presentata dall’Organizzazione della cooperazione islamica.
Richiamato l’ambasciatore francese
“E’ una macchia morale sulla comunita’ internazionale e sulle Nazioni Unite”, ha detto il ministero degli Esteri israeliano. “La decisione non contiene alcun riferimento al gruppo terroristico Hamas e ignora completamente i 4.300 razzi lanciato contro i cittadini israeliani”, aggiunge il dicastero in una nota.
Intanto l”ambasciatore francese in Israele e’ stato convocato al ministero degli esteri israeliano in seguito a “osservazioni ritenute “scioccanti” dal capo della diplomazia francese Jean-Yves Le Drian su un “rischio di apartheid” nella regione, ha detto un portavoce del ministero israeliano. Durante l’incontro a Gerusalemme, che e’ stato confermato da una fonte diplomatica francese, il ministro degli Esteri Gaby Ashkenazy ha detto all’ambasciatore Eric Danon che le osservazioni del ministro francese erano “inaccettabili, infondate e fuori dalla realta’”.
Colloqui al Cairo sulla tregua
Nel frattempo delegazioni di alto livello di Israele e del movimento islamista palestinese Hamas, che governa la Striscia di Gaza, hanno concordato di incontrarsi la prossima settimana al Cairo, per consolidare la tregua concordata una settimana fa con la mediazione dell’Egitto e per affrontare questioni come la ricostruzione di Gaza e lo scambio di ostaggi. Il ministro degli Esteri, Gabi Ashkenazi, guidera’ la delegazione israeliana all’incontro dell'”inizio della prossima settimana”, come confermato dalla radio ufficiale dell’esercito israeliano, Galatz. Per Hamas, sara’ il capo politico del movimento, Ismail Haniyeh, ad andare al Cairo “nei prossimi giorni” per “discutere con Israele la stabilizzazione del cessate il fuoco”.
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Argomenti: israele