La Cina risponde alle critiche del G7: "Su di noi bugie, voci e accuse infondate”.

Dalla violazione dei diritti umani all'origine del virus: questi i temi che non sono andati giù alla potenza asiatica

Xi Jinping, premier cinese
Xi Jinping, premier cinese
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14 Giugno 2021 - 08.18


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E’ ormai scontro aperto tra Cina e G7, dopo il summit che si è svolto in questi giorni in Cornovaglia.

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Il G7 ha chiuso le porte, ma le polemiche non si spengono: la Cina ha accusato il club dei Grandi del mondo di sostenere “bugie, voci e accuse infondate”.

Già ieri la Cina aveva replicato alle critiche arrivate dal summit sostenendo che “sono terminati i giorni in cui le decisioni globali” vengono “dettate da un piccolo gruppo di Paesi”.

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Oggi, dopo che il comunicato finale al vertice ha criticato Pechino per gli abusi ai diritti umani nello Xinjiang e a Hong Kong, ha risposto con veemenza l’ambasciata a Londra: “Il G7 sfrutta le questioni relative allo Xinjiang per condurre una manipolazione politica e interferire negli affari interni della Cina, cosa a cui ci opponiamo fermamente”.

Il portavoce della legazione, nella nota, ha accusato il G7 di “bugie, voci e accuse infondate”.

L’origine sull’epidemia del Covid-19 ”è una questione scientifica”.

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La Cina “ha sempre mantenuto un atteggiamento aperto e trasparente e ha assunto un ruolo guida nella cooperazione sulla sua tracciabilità con l’Oms”.

A ribadirlo una portavoce dell’ambasciata cinese a Londra. La portavoce ha obiettato che non bisogna “politicizzare”, ma seguire un lavoro svolto in “modo scientifico, obiettivo ed equo”, glissando sulla richiesta di nuova indagine.

“Il gruppo di esperti Cina-Oms ha condotto ricerche in modo indipendente, scrivendo rapporti indipendenti, seguendo le procedure dell’Oms e adottando metodi scientifici”.

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