Sono queste le storie che ci fa piacere riportare: uomini a capo di aziende che stanno a fianco dei propri lavoratori, mettendosi sullo stesso livello.
L’impresa statunitense di cloud computing chiamata Salesforce è impegnata da tempo a difendere i diritti dei propri lavoratori.
Ora, dopo l’approvazione della nuova legge sull’aborto, si è offerta di sostenere i dipendenti e le rispettive famiglie contrarie alle misure, aiutandoli a trasferirsi se vorranno cambiare sede: l’annuncio della società è arrivato con un messaggio sulla chat aziendale.
“Si tratta di questioni incredibilmente personali che hanno un impatto diretto su molti di noi, in particolare sulle donne. – Così si legge nel messaggio diretto ai dipendenti e diffuso dalla testata americana Cnbc. – Riconosciamo e rispettiamo il fatto che tutti noi abbiamo punti di vista profondamente radicati e diversi. Come azienda, siamo al fianco di tutte le nostre donne in Salesforce e ovunque”.
Nel corso del messaggio non viene fatto alcun riferimento diretto allo Stato del Texas, sottinteso però nella conclusione: “Se hai dubbi sull’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva nel tuo stato, Salesforce ti aiuterà a trasferire te e i membri della tua famiglia immediatamente”.
La conferma è arrivata anche con un tweet dell’amministratore delegato Marc Benioff dove rinnova il suo sostegno a “uscire dal Texas”.
L’azienda, con sede in California, vanta nella succursale texana circa 2.000 dipendenti sui 56 mila totali. D’altronde si tratta di un nome comparso nella lista Forbes delle dieci aziende statunitensi che più guardano ai bisogni dei dipendenti.
Già nel 2015 avevano dato prova della loro lotta nella difesa dei diritti, riducendo gli investimenti in India come protesta contro una legge discriminante nei confronti delle persone LGBTQ+.
Della stessa linea lo sono anche aziende come Lyft e Uber, che hanno affermato pagheranno le cause civili dei dipendenti che si offriranno di portare le donne ad adempiere le procedure ormai illegali. O come Match Group, società con sede a Dallas proprietaria di Tinder, e Bumble, che anche hanno istituito fondi per aiutare i propri dipendenti ad abortire fuori dallo Stato texano.